Gli optional delle auto diventano in abbonamento? I consumatori dicono di no, secondo uno studio

Senza grosse sorprese, i consumatori non hanno la minima intenzione di aprire le porte al modello degli Optional as a service. Purtroppo le case automobilistiche sembrano non essere particolarmente interessate a venire incontro alle preferenze dei loro clienti.

La prima ad aver ascoltato questa tentazione – salvo annunciare un dietrofront subito dopo – era stata BMW, che aveva ben pensato di sbloccare Apple CarPlay solo dietro il pagamento di un abbonamento da 80 dollari all’auto. Tesla è a sua volta stata una pioniera, dato che vende auto perfettamente in grado di offrire sistemi di guida semi-autonoma, ma li concede solo dietro pagamento del pacchetto chiamato FSD (che si paga a caro prezzo e si può acquistare in qualsiasi momento, come se fosse un acquisto in-app). C’è chi pensa di fare lo stesso con i sedili riscaldabili e moltissime altre feature, che una volta venivano installati su richiesta del cliente e si pagavano una sola volta al momento del ritiro dell’auto nelle concessionarie.

AutoPacific ha chiesto ad un campione di persone interessate all’acquisto di un nuovo veicolo la loro opinione su 11 possibili servizi in abbonamento. La ricerca non prende in considerazione veri e propri optional legati a funzionalità chiave del veicolo, ma, piuttosto, si concentra su servizi meno borderline, come la possibilità di navigare su internet dallo schermo del veicolo, pagando un abbonamento dal prezzo simile a quello dei piani dati per gli smartphone, o giocare ai videogiochi.

La funzione più richiesta dagli intervistati è stata quella della connessione Internet con hotspot Wi-Fi, che AutoPacific ha ipotizzato potesse costare $15 al mese. Ma solo il 30% delle persone interessate all’acquisto di una nuova auto ha dichiarato di essere interessato a pagare per l’accesso a Internet direttamente dallo schermo touch dell’auto.

AutoPacific ha suddiviso i dati in tre gruppi, composti, rispettivamente, da coloro che cercano veicoli a combustione interna, veicoli elettrici ibridi plug-in o veicoli elettrici a batteria. Il 37% dei acquirenti di veicoli PHEV ha dichiarato di volere l’accesso a Internet in auto, ma si scende già al 32% per chi vuole acquistare una BEV e al 28% per i clienti con veicoli a carburante fossile. La discrepanza si spiega facilmente: i tempi di ricarica di un veicolo elettrico sono molto più alti di quelli richiesti per fare un pieno di carburante. Da qui l’esigenza di passare molto più tempo a bordo del veicolo e internet è sicuramente un ottimo modo per ingannare il tempo.

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