Il quotidiano Il Foglio ha lanciato un’interessante sfida ai suoi lettori. Per un mese, ogni giorno pubblicherà degli articoli scritti con ChatGPT. Sta ai lettori scoprire quali sono. Se ci riescono, possono vincere un premio.
L’esperimento sta già andando avanti da alcuni giorni. Per il momento, nessun articolo di cronaca o ficcante op-end. Insomma, nessun giornalista reale è stato maltrattato (o ha perso il lavoro) per questo esperimento.
Piuttosto, il chatbot è stato usato per pubblicare alcune simpatiche boutade. Ad esempio, l’8 marzo Il Foglio ha pubblicato una lettera al direttore dai toni polemici. “L’esperimento che stata portando avanti con ChatGPT è non solo sbagliato, ma anche pericoloso”, tuona un docente di scienze politiche, che si firma Marco Moretti. E ancora: “rischia di sdoganare una tendenza forse inevitabile, fare un passo in avanti verso una stagione in cui alcuni giornalisti potrebbero essere sostituiti dall’intelligenza artificiale.” Tutte considerazioni interessanti, non fosse che Marco Moretti non esiste e che quell’articolo polemico contro ChatGPT sia stato scritto… proprio da ChatGPT.
Qualche giorno prima era invece comparso un editoriale, questa volta firmato dalla redazione, che invitava la nuova segretaria del PD, Elly Schlein, a smarcarsi dal M5S su cinque temi fondamentali.
Solo emancipandosi dal M5s su questi cinque temi cruciali, il Pd potrà garantire una posizione forte e costruttiva nella politica italiana ed europea e fare un passo lontano da una tentazione involontaria e pericolosa ma reale: la vocazione minoritaria
argomentava il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara. Ma anche questo pezzo, come rivelato solamente pochi giorni dopo, era frutto di ChatGPT. E così via.
Tutti gli articoli scritti da ChatGPT durante la prima settimana dell’esperimento li trovate qui, ma il sito è disseminato da altri esperimenti di questo tipo. I lettori più abili ad individuarli tutti riceveranno in premio una bottiglia di champagne e un abbonamento a Il Foglio.
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