Il Cammino dell’Anello – Tappa 2

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La prima compagnia che sta testando Il Cammino dell’Anello è partita da Dozza (in provincia di Bologna) direttamente dalla Tana del Drago, l’unico centro studi tolkieniano italiano, percorrendo la seconda tappa tra creste e calanchi fino alla cittadina di Borgo Rivola

Tuttavia dietro l’angolo ci può aspettare, una nuova strada o un cancello da varcare

J.R.R.Tolkien

In tutta la letteratura di Tolkien ci sono dei rimandi al concetto del viaggio, perché quello che i piccoli hobbit affrontano non è un soltanto un percorso lungo impervie montagne, ma è un vero e proprio viaggio interiore alla ricerca dei proprio limiti, alla ricerca del proprio io e di quel coraggio che solo varcando la soglia per una “nuova avventura” sarà possibile trovare. Una nuova avventura dona sempre un caleidoscopico turbinio di emozioni e così è stato per me, dopo anni di progetti, telefonate e test partire con una vera compagnia zaino in spalla anche solo condividere un risveglio in una camera comune con letti a castello è stato un emozione. Sì perché due giorni fa mi trovavo nella mia realtà quotidiana cittadina a respirare smog e oggi sono arrivato alla seconda tappa di un cammino percorrendo già più di 30 km a piedi lungo l’appennino romagnolo: la ricetta della felicità è veramente nelle piccole cose.

Detto ciò è il momento di raccontare la seconda tappa del Cammino dell’Anello.

Dopo aver fatto colazione all’interno della Casa del Fiume, ostello di Borgo Tossignano, si riparte per una tappa più breve, in quantità di km, ma comunque con un dislivello maggiore rispetto alla prima giornata. Ci rendiamo conto che già alle 9:00 del mattino, l’orario prestabilito per la partenza, la temperatura è gia discretamente alta…si prospetta una giornata molto calda. La prima salita da Borgo Tossignano ci porta direttamente a Tossignano, una piccolissima cittadina arroccata su un colle, un po’ come Edoras. Dopo aver visitato il borgo e la rocca (ex punto di osservazione tedesco) riprendiamo la mappa e la traccia per addentrarci di nuovo all’interno della natura selvaggia. Un cartello ci incuriosisce, le indicazioni danno “Bosco o Deserto”, sembra quasi un indovinello, nonostante sulla mappa non fosse segnato diciamo di girare verso destra, verso il “deserto”. Oltrepassiamo una piccola porta, sempre all’interno di un bosco e ci ritroviamo di fronte una feritoia strettissima in mezzo alla montagna: il sentiero dei morti era di fronte a noi. Una deviazione che ci siamo appuntati e che consiglieremo sicuramente ai prossimi camminatori o compagnie.

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Dopo aver esplorato quest’area riprendiamo il sentiero originale dirigendoci verso il parco del Gesso scendendo lungo una tortuoso via in mezzo ad una radura sempre più fitta. Le piovute dei giorni precedenti non hanno aiutato il terreno, divenuto in men che non si dica un vero e proprio tappeto mobile, per quanto fango abbiamo trovato. Nonostante la difficoltà nell’andare avanti l’attacco alla montagna è avvenuto subito prima di pranzo. La salita è stata costante per tutto il parco del gesso, con un sole sempre più cocente e un terreno ai limiti del praticabile. Tuttavia chi si incammina per un cammino di questo tipo è a conoscenza delle difficoltà che dovrà affrontare, il vero viaggio dell’eroe ideato raccontato anche dallo stesso Tolkien. Il viaggio dell’eroe è costituito da numerosi archetipi che sono alla base di quasi tutte le storie moderne e il Cammino dell’Anello lo propone in tre fasi: la prima è legata all’allontanamento del contesto familiare, come Bilbo che vive sottoterra, in un luogo confortevole ma limitato; la fase successiva è il viaggio, ovvero la perseveranza che attiviamo per superare gli ostacoli, mentre l’ultimo stadio del viaggio dell’eroe è segnato dal raggiungimento dell’obbiettivo che ci aiuta a comprendere il cammino vissuto nei suoi aspetti positivi e negativi, in questo caso gettare l’anello, ma ancora siamo lontani dall’anello che prenderà fuoco nel vulcanetto del Monte Busca.

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Appena risalita la cresta, notiamo che il terreno è pieno di gesso che crea un effetto straordinario di luce con il sole, lo spirito tolkieniano di questo cammino è anche su questi piccolo dettagli: una vena del gesso che prende luce non può che essere il Mithril così agognato e desiderato dai nani. La pausa pranzo è sul crinale, con tutto il paesaggio di fronte a noi, un membro della compagnia si mette addirittura a fumare la pipa creando ancor di più atmosfera. La ripartenza è più dolce, in un bosco molto grande che per vari km ci accompagna fino all’arrivo a Borgo Rivola. Qua la tappa e l’avventura non finiscono in quanto è prevista un escursione ulteriore, avendo camminato per pochi chilometri rispetto al giorno prima, all’interno della grotta di Re Tiberio del Monte Tondo. Un’esperta guida speleologica ci racconta la storia della cava del gesso, della possibilità che diventi di lì a poco patrimonio Unesco e delle decine e decine di specie animali (soprattutto pipistrelli e ragni) che vivono proprio all’interno della stessa grotta. La visita dura più di un’ora dove sperimentiamo anche il buio totale in grotta (spegnendo ogni tipologia di illuminazione) e ci divertiamo con degli enigmi da porre alla stessa guida: grotta, mithril, enigmi…finalmente Gollum e i suoi indovinelli potranno avere una propria collocazione nel Cammino dell’Anello.

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Finalmente Gollum e i suoi indovinelli potranno avere una propria collocazione nel Cammino dell’Anello.

Gli alloggi in questa tappa sono una bellissima sorpresa, antiche case arredate con mobilia di inizio novecento che trasudano storie e tradizioni. Sì perché Borvo Rivola è città di guerra, di confine, la famosa Linea Gotica passava proprio per queste vie e i racconti di coloro che vivono in questa cittadina non possono che ricordare quegli eventi che hanno totalmente cambiato la vita di tutti i sopravvissuti dell’epoca. La memoria è un valore troppo importante per lasciarlo indietro o da una parte e anche con Il Cammino dell’Anello stiamo sperimentando quanta storia e tradizione ci sia nel nostro paese. Le soprese tuttavia non sono finite perché coloro che gestiscono questi appartamenti ci hanno invitato ad una grigliata in famiglia, realizzata in un garage. Non ci sono lustrini, non c’è argenteria di alta qualità, ma c’è la voglia di raccontarsi uno con l’altro, a tavola ci sediamo sparpagliati per fare più gruppo e ci rendiamo conto che basta un’occhiata in questi casi, un brindisi con un bicchiere di vino e subito si è “fratelli”.

Dalle nostre parti – racconta Claudio – funziona così, quello che si ha si condivide a tavola.

I racconti della resistenza si intrecciano alle curiosità sul nostro Cammino, ai chilometri che abbiamo percorso e quelli che percorreremo, in quel momento non ci fanno sentire ospiti, ma dei vecchi amici che tornavano dopo un lungo viaggio con racconti di ogni tipo, ci sono sorrisi e mai imbarazzo, probabilmente l’essenza di questo Cammino è in questi momenti di condivisione irripetibili.

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I dati della seconda tappa
Tossignano – Borgo Rivola
Lunghezza: 10,7 Km
Dislivello: 566 m
Tempo di Percorrenza: 4 h
Sentiero 90 % – Asfalto: 10 %
Livello: Medio

Il Cammino continua…

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