Gli esami di laboratorio eseguiti sui campioni prelevati dall’asteroide Ryugu tramite la missione spaziale giapponese Hayabusa2 e riportati sulla Terra nel 2020 hanno dimostrato la presenza di composti organici che contengono azoto, inclusa l’uracile. Quest’ultima è una delle cinque molecole fondamentali che costituiscono i nucleotidi, i quali a loro volta rappresentano i mattoni fondamentali del DNA e dell’RNA, le molecole essenziali alla vita.
La sonda spaziale giapponese Hayabusa2 ha portato sulla Terra 5,4 grammi di campioni presi dall’asteroide Ryugu, un oggetto di tipo C (162173) situato vicino alla Terra, che orbita intorno al Sole seguendo un’orbita di tipo Apollo e ha dimensioni di circa 900 metri. I campioni sono stati raccolti durante due operazioni di atterraggio sulla superficie dell’asteroide e sono risultati essere incontaminati.
Le analisi spettroscopiche, mineralogiche e delle composizioni elementali e isotopiche dei campioni hanno rivelato una somiglianza con le condriti carbonacee di tipo Ivuna (CI), una meteorite caduta in Tanzania nel 1938 con un peso di 705 grammi. Tra i composti organici rilevati nei campioni sono stati trovati amminoacidi non proteici, acidi carbossilici, idrocarburi policiclici aromatici e azoto eterociclico. Tuttavia, nonostante la somiglianza tra i campioni dell’asteroide Ryugu e le condriti carbonacee di tipo Ivuna, si è rivelato difficile individuare le basi azotate, importanti molecole alla base dei nucleotidi presenti nella vita. In passato, la base azotata uracile era stata rilevata nella meteorite carbonacea di Orgueil.
Il team ha poi testato la metodologia sviluppata utilizzando estratti acquosi del meteorite Murchison, rilevando con successo tutte e cinque le basi azotate canoniche (adenina, guanina, citosina, timina e uracile) con concentrazioni comprese tra 4 e 72 ppb. In generale, l’uracile è utilizzato nell’Rna, mentre la timina è utilizzata nel Dna per motivi di stabilità, sebbene ci siano alcune forme di vita che utilizzano l’uracile nel Dna, come i fagi o i virus che infettano i batteri. Il gruppo ha ipotizzato che la concentrazione dell’uracile nei campioni di Ryugu e Orgueil sia dovuta alla diversa esposizione ai raggi UV e cosmici che possono degradare le molecole.
L’uracile potrebbe essere stato formato a partire da molecole più semplici come ammoniaca, formaldeide e acido cianidrico presenti nel ghiaccio cometario, e potrebbe anche essere stato sintetizzato dall’urea, presente in meteoriti carbonacee. La scoperta dell’uracile nei campioni di Ryugu esclude la contaminazione da parte dell’ambiente terrestre e rafforza la teoria che gli asteroidi carbonacei abbiano portato molecole prebiotiche sulla Terra primordiale.
- Uracile e vitamina B3 nei campioni di Ryugu (media.inaf.it)