Assosalute, un’associazione del settore di Federchimica che rappresenta i produttori di farmaci di automedicazione, in collaborazione con il professor Piero Barbanti, insegnante di Neurologia presso l’Università IRCCS San Raffaele di Roma, esplora le ragioni per cui la cefalea, nota anche come “mal di testa“, colpisce più spesso le donne.
Come sappiamo, sono molti i fattori che possono scatenare il mal di testa, tra cui lo stress, le fluttuazioni ormonali, l’alcol, la mancanza di sonno e il digiuno. E, cosa che molti non sanno, ci sono più di 230 tipi di mal di testa, e nell’80% dei casi si tratta di forme primarie, cioè senza una causa specifica.
Emicrania e cefalea, tutte le tipologie
Una delle problematiche più frequenti è la cefalea di tipo tensivo, che è la forma meno grave ma più comune, così come l’emicrania e la cefalea a grappolo. La cefalea a grappolo colpisce solo uno su mille, è più comune nei maschi ed è la meno frequente ma anche la più grave e debilitante. Al contrario, le cefalee secondarie sono causate da un’anomalia dimostrabile, come un’infezione, come spiega il professor Barbanti. Il mal di testa, noto anche come cefalea, è definito dai medici come un dolore localizzato all’interno della testa o nella parte superiore del collo.
Le cefalee sono causate dalla disfunzione dei processi fisiologici che coinvolgono le strutture sensibili al dolore localizzate in alcune zone della testa e del collo, come il periostio del cranio, i muscoli, i nervi, le arterie e le vene, i tessuti sottocutanei, gli occhi, le orecchie, i seni paranasali e le mucose. Nonostante le ricerche, non è ancora ben chiaro perché questi segnali dolorosi vengano inizialmente attivati creando un forte disagio nell’individuo. Le cefalee primarie, ovvero quelle più comuni, di solito non sono causate da una singola causa, ma “rappresentano il risultato dell’interazione tra predisposizione genetica”, cause endogene e fattori scatenanti. In alcuni casi, il mal di testa può essere il risultato di un trauma alla testa o, raramente, di una condizione medica più grave. Le cefalee secondarie possono anche rappresentare un sintomo non specifico, in quanto possono essere associate a diverse condizioni causate da molteplici fattori.
Come si cura il mal di testa?
Naturalmente, il trattamento del mal di testa dipende dalla causa sottostante. Con alcune semplici ma efficaci regole da tenere a mente, si può prevenire la comparsa dei mal di testa e curarli quando si presentano. Il Professore consiglia di rispettare il proprio cervello e i suoi bioritmi, dormendo almeno 7 ore a notte, mangiando 3 volte al giorno e bevendo almeno 1,5 litri di acqua. Ricorda anche di limitare il consumo di caffè a 3 al giorno e di evitare gli alcolici. Ma non è tutto: anche uno stile di vita attivo è fondamentale per prevenire il dolore alla testa.
Il Prof. Barbanti suggerisce di fare sport almeno tre volte a settimana e di gestire lo stress con delle pause idonee. Se i mal di testa sono ricorrenti o cronici, non bisogna aver paura: fortunatamente esistono terapie mirate e cure farmacologiche preventive per ridurre la comparsa dei mal di testa. Uno dei primi passi da fare se si soffre di mal di testa cronico è quello di imparare a distinguere i diversi tipi di dolore. Esistono infatti diversi sistemi di classificazione che permettono di distinguere le cefalee primarie dalle forme secondarie, in base ai sintomi e alla loro eziologia. Il più conosciuto è la “Classificazione Internazionale delle Cefalee” (ICHD), approvato dall’OMS, che fornisce agli operatori sanitari uno strumento per agevolare la diagnosi e adottare la strategia terapeutica più efficace. Per semplificare la distinzione, è possibile suddividere il mal di testa in tre categorie principali: le cefalee primarie, le cefalee secondarie e le nevralgie craniche e dolori facciali centrali o primari e altre cefalee. In questo modo, puoi facilmente capire quale tipo di mal di testa stai affrontando e adottare le giuste contromisure per risolverlo.
Cefalee primarie: i sintomi e le cause
Le cefalee primarie sono malattie vere e proprie, che spesso dipendono da abitudini scorrette o fattori ambientali. Tra le tre forme principali di cefalea primaria, la più comune è la cefalea tensiva. Questa forma di mal di testa è caratterizzata da una sensazione di tensione a livello di collo, nuca, fronte, tempie e spalle, che può durare da mezz’ora a una settimana. La cefalea tensiva è spesso associata allo stress, all’ansia, alla depressione o a una postura scorretta, ed è più frequente nel sesso femminile. Il dolore, che si presenta come una sensazione di costrizione bilaterale, può essere localizzato nella regione occipitale o diffuso a tutto il capo, ma di solito è di intensità media o lieve. Nonostante la persistenza del dolore, la cefalea tensiva non condiziona le normali attività quotidiane del paziente e il movimento sembra aiutare ad alleviare il disturbo.
Altri sintomi che possono associarsi alla cefalea tensiva sono la dolorabilità dei muscoli pericranici, che regolano il movimento della mandibola, le manifestazioni ansiose e la sensibilità alla luce o al rumore. In rari casi possono comparire vomito e nausea. Ricorda che la cefalea tensiva può essere prevenuta e curata attraverso corrette abitudini di vita, come una corretta postura, il controllo dello stress e una dieta equilibrata. Se soffri di mal di testa persistente, non esitare a rivolgerti al tuo medico di fiducia per una diagnosi precisa e per trovare la terapia più adatta alle tue esigenze.
Cefalea secondaria
La cefalea secondaria è un tipo di mal di testa che non deriva da una semplice tensione o da uno stress e può essere il sintomo di una condizione patologica più grave. In alcuni casi, il dolore alla testa può essere associato ad altre manifestazioni “allarmanti”, come vertigini, vomito e perdita di coscienza. Anche se rappresentano solo una piccola percentuale dei casi, le cefalee secondarie “pericolose” possono portare a conseguenze disastrose se trascurate.
Non bisogna temerla: una diagnosi precoce e una cura tempestiva possono risolvere il disturbo alla radice, evitando il peggio. Quindi, se il mal di testa si manifesta in modo improvviso e con un’intensità mai sperimentata prima, non esitare a consultare il tuo medico. Lui potrà stabilire se si tratta di una cefalea primaria occasionale e isolata oppure se sia necessario procedere con ulteriori accertamenti diagnostici per individuare l’origine del dolore. Ricorda: la tua salute viene prima di tutto.
Cefalea a grappolo: come si manifesta
Ci sono diverse forme di cefalea primaria, ma quelle più comuni sono l’emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo. Ecco alcuni dettagli sulla cefalea a grappolo, una forma di mal di testa meno comune ma molto più intensa. La cefalea a grappolo è un mal di testa unilaterale, che colpisce sempre lo stesso lato della testa. Il dolore è intenso e lancinante, e gli attacchi possono durare da 15 minuti a 3 ore. Ecco il brutto: queste crisi possono ripetersi frequentemente, spesso ogni due giorni, per 2 settimane o addirittura 3 mesi. La buona notizia? Dopo ogni periodo di attacchi, i sintomi scompaiono completamente.
Altri sintomi possono includere lacrimazione, arrossamento congiuntivale, abbassamento della palpebra, rinorrea e congestione nasale. Fortunatamente, a differenza dell’emicrania, la cefalea a grappolo raramente causa nausea o vomito. Sebbene le cause precise siano ancora poco chiare, ci sono alcune possibili spiegazioni, come alterazioni ormonali e nervose. Ciò che si sa con certezza è che il fumo e l’eccessivo consumo di alcol possono scatenare gli attacchi, così come il jet lag, lo stress e gli sbalzi di sonno. È necessario inoltre ricordare che tutte le forme di cefalea primaria possono essere episodiche o croniche. Se il tuo mal di testa persiste per almeno 15 giorni al mese e per più di sei mesi, potrebbe essere cronico e richiedere l’intervento di un medico.