Gli scienziati del Seti hanno annunciato durante la 54° conferenza “Lunar and Planetary Science” che è stato individuato un residuo di ghiaccio nell’area orientale della regione Noctis Labyrinthus, vicino all’equatore di Marte. Questo deposito di ghiaccio si estende per circa 6 chilometri in lunghezza e 4 chilometri in larghezza, con un’elevazione della superficie compresa tra +1,3 e +1,7 chilometri, e presenta alcune caratteristiche tipiche di un ghiacciaio, come i campi di crepacci e i cumuli morenici. 

Gli scienziati ritengono che questo non sia ghiaccio, ma un deposito di sale che ha preservato la forma del ghiaccio sottostante. Ad ogni modo, la scoperta suggerisce che la storia recente di Marte potrebbe essere stata più acquosa di quanto si pensasse in precedenza, e potrebbe avere implicazioni significative per la futura esplorazione umana. La ricerca suggerisce inoltre che la presenza di ghiacciai potrebbe essere correlata a materiali vulcanici che, entrando in contatto tra loro, hanno provocato reazioni chimiche tali da generare uno strato indurito di sali di solfato. 

Gli effetti dell’erosione nel tempo hanno portato alla rimozione dei residui vulcanici di copertura, che ha rivelato uno strato crostoso di solfati che rispecchia il ghiaccio della coltre sottostante, con le caratteristiche distintive delle strutture geologiche come i crepacci e i sedimenti morenici. La presenza di un ghiacciaio relativamente giovane vicino all’equatore marziano è stata identificata da scienziati del Seti Institute e del Mars Institute, il cui studio collega la formazione di ghiacciai a materiali vulcanici e reazioni chimiche che hanno generato uno strato indurito di sali di solfato. Ciò suggerisce che la storia recente di Marte potrebbe essere stata più “acquosa” di quanto si pensasse in precedenza, aprendo nuove prospettive per la comprensione dell’abitabilità del pianeta.