Uno dei cineasti francesi più noti e apprezzati, François Ozon, sarà presto di ritorno nelle sale con la sua nuova opera, dal titolo Mon Crime – La colpevole sono io, un libero adattamento dell’omonima pièce teatrale del 1934 di Georges Berr & Louis Verneuil, che vede protagonisti Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Fabrice Luchini, Isabelle Huppert, Dany Boon e André Dussollier. Vi presentiamo oggi il teaser trailer e il poster della pellicola, che sarà nelle sale dal prossimo 25 aprile.
Questa la sinossi:
Nella Parigi degli anni Trenta, Madeleine, un’attrice giovane e bella ma priva di denaro e senza talento, viene accusata dell’omicidio di un famoso produttore. Con l’aiuto dell’amica Pauline, giovane avvocata disoccupata, viene assolta per legittima difesa. Per Madeleine comincia così una vita di fama e successo, finché la verità non viene a galla.
Il cinema parlato mi è sempre apparso come l’arte della menzogna per eccellenza, ed era da molto tempo che desideravo raccontare la storia di un falso colpevole. Quando ho scoperto la pièce di Georges Berr e Louis Verneuil, uno dei grandi successi del 1934, ho subito capito di aver trovato la giusta opportunità per confrontarmi con un tema simile. Pur mantenendo il contesto storico e politico degli anni trenta, ho voluto adattare liberamente la trama in modo che al suo interno risuonassero le nostre preoccupazioni contemporanee in merito ai rapporti di potere e al controllo nei rapporti uomo-donna. E ho voluto giocare con i parallelismi che esistono tra teatro e giustizia.
In questi tempi di depressione collettiva ho sentito l’esigenza di ricorrere all’estro e alla leggerezza, per meglio sopportare la dura realtà attuale. E da questo è scaturito il mio desiderio di ritrovare lo spirito della screwball comedy, con i suoi dialoghi scoppiettanti e l’uso di situazioni strampalate e scorrette, in cui i protagonisti inventano delle astuzie per trarsi da drammatici impacci. Mi è sembrato il genere ideale per raccontare questa storia, con un tono di farsa tenera e ironica, giocando sull’assurdo pur abbracciando una parte di teatralità.
afferma il regista.
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