A fine mese (il 30 marzo, per la precisione) arriverà nei cinema italiani Pantafa, nuovo film horror diretto da Emanuele Scaringi che vede nel cast Kasia Smutniak, Greta Santi, Mario Sgueglia, Betti Pedrazzi, Mauro Marino, Giuseppe Cederna e Francesco Colella: della pellicola, che verrà distribuita da Fandango, vi presentiamo oggi il trailer, una clip, il poster e le foto ufficiali.
Stando a quanto riportano le note di regia:
Vi è mai capitato di svegliarvi all’improvviso e di trovarvi con gli occhi sbarrati nel cuore della notte, con addosso una strana sensazione di panico, l’incapacità di muovere un solo muscolo e la percezione di qualcosa – o qualcuno – sul petto che vi opprime? Non preoccupatevi: non siete soli. Qualche anno fa, un gruppo di ricercatori dell’università di Padova, in associazione con l’Università della California e di Harvard, ha condotto uno studio sul fenomeno della paralisi del sonno, scoprendo che questa patologia colpisce circa il 10% delle persone nel corso della vita.
La paralisi ipnagogica è l’incapacità di muoversi quando ci si risveglia durante la fase REM nella quale avvengono i sogni e il corpo è paralizzato per impedire il loro attuamento nella realtà. L’attività onirica della fase REM, ancora attiva, può creare allucinazioni, anche terrificanti, e un terzo delle persone coinvolte nello studio ha dato una sorprendente interpretazione culturale a questo fenomeno. Riteneva che questa potesse essere causata da un’entità soprannaturale conosciuta con il nome di Pantafa.
La Pantafa è una leggenda popolare: una creatura che si siede sul petto e ti ruba il respiro. Il folklore italiano è popolato da numerose leggende che fanno parte della nostra cultura e che rappresentano uno dei modi principali con cui esorcizzare il male e le paure. Attingere a questo impressionante pozzo di storie significa entrare in un mondo fatto di riti, superstizioni e meraviglie: un mondo affascinante e pauroso insieme.
La Pantafa è la raffigurazione del mostro. La rappresentazione del male. L’incarnazione della nostra parte più buia. Un male oscuro che ci consuma quotidianamente e rode ogni nostra piccola sicurezza. Una delle paure più inconfessabili e difficili da accettare è l’odio verso la progenie: un rancore indicibile e soffocato. Quello spirito maligno che insinua il dubbio che senza quel figlio la propria vita sarebbe stata diversa. Un tabù. Forse il più terribile di tutti. La Pantafa è una parte di noi, parla delle nostre bassezze più recondite. Quello che spaventa non è l’orrore mostrato ma il non visto, l’orrore che viene evocato. Quello che non si potrebbe raccontare. Le storie dell’orrore servono anche a questo, a trasformare, tramandare e liberarsi delle nostre paure e debolezze.
Sinossi del film:
Marta si trasferisce insieme a sua figlia Nina a Malanotte, un piccolo paese di montagna. La bambina, da qualche tempo, soffre di paralisi ipnagogiche, un disturbo del sonno che può portare ad avere stati allucinatori: Marta ha pensato che un po’ di aria di montagna e la lontananza dalla frenesia cittadina possano giovare alla piccola. La casa in cui si trasferiscono, però, è tutt’altro che accogliente e per le strade di Malanotte non si vedono mai bambini. I sintomi di Nina cominciano a peggiorare già dalla prima notte, e la bambina fa incubi sempre più vividi in cui una figura spettrale le si siede sul petto, la immobilizza e le ruba il respiro. Per Marta, madre sola in un paese che le appare sempre più sinistro, sarà ogni giorno più difficile trovare il modo di fare la cosa migliore per la sua bambina.
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