Un nuovo studio condotto dall’Università di Warwick e dall’Università di Birmingham ha scoperto che grandi scimmie come gorilla, scimpanzé, bonobo e oranghi girano appositamente su loro stessi per provocare un senso di vertigine. I risultati potrebbero fornire indizi sul ruolo della ricerca degli stati mentali alterati anche negli esseri umani. In particolare, gli scienziati hanno notato su YouTube numerosi video di gorilla e altre grandi scimmie che si girano intorno a sé stessi in modo deliberato. Analizzando oltre 40 video, i ricercatori hanno osservato che le scimmie ruotavano in media 5,5 volte per episodio di giramento, con una velocità media di 1,5 rotazioni al secondo e che lo facevano in media tre volte.
Secondo il dottor Adriano Lameira, professore associato di psicologia all’Università di Warwick e co-autore dello studio, questa tendenza delle scimmie a cercare stati mentali alterati potrebbe essere un tratto ereditato dai nostri antenati. Questo sarebbe un risultato importante per comprendere le capacità cognitive e le necessità emotive degli esseri umani moderni. La ricerca ha anche evidenziato che le scimmie che girano su sé stesse, quando tengono una corda, possono raggiungere velocità paragonabili a quelle di ballerini professionisti, acrobati circensi e dervisci musulmani che partecipano a cerimonie di danza rotatoria per raggiungere un’estasi spirituale. Secondo il dottor Lameira, il giramento di sé stessi altera lo stato di coscienza, il che causa vertigini e una maggiore reattività del corpo-mente, generando sia una sensazione di malessere che un senso di euforia, simile a quello che i bambini provano quando giocano sulle giostre o sulle ruote panoramiche. Gli studiosi hanno anche scoperto che le scimmie, quando si girano tenendo una corda, raggiungono velocità maggiori e girano per periodi di tempo più lunghi. Anche se gli scienziati hanno notato questo comportamento soprattutto in scimmie in cattività per questo c’è bisogno sicuramente di più evidenze rispetto gli animali non detenuti, anche se comunque le prov finora raccolte potrebbero essere indicative della necessità di stimolare i propri sensi.
Secondo il dottor Marcus Perlman, docente presso il Dipartimento di lingua inglese e linguistica dell’Università di Birmingham, che ha co-diretto la ricerca, i risultati potrebbero aiutare a comprendere meglio i motivi per cui le grandi scimmie si girano intorno a sé stesse e, di conseguenza, a comprendere anche perché i nostri antenati potrebbero aver cercato esperienze simili. In passato, gli studi sull’autoinduzione della vertigine negli esseri umani si sono concentrati sull’uso di sostanze come l’alcol o le droghe. Tuttavia, gli studiosi ritengono che questo nuovo studio possa essere più rilevante per spiegare il ruolo degli stati mentali alterati nell’evoluzione della mente umana.