Il Santuario Nuragico di Santa Vittoria, secondo l’archeologo Giovanni Lilliu rappresentava un importante punto d’incontro per le genti nuragiche durante le cerimonie religiose ed è tra le più importanti aree archeologiche della Sardegna per la comprensione della storia dell’Isola. Qui, infatti, è possibile trovare preziose testimonianze delle pratiche religiose delle popolazioni nuragiche. Dopo un intervento estensivo, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio ha restituito questo luogo alla collettività con la presentazione dei risultati delle recenti indagini. Tra le scoperte, è emerso che il sito era frequentato già nel Bronzo recente, e successivamente anche in epoca punica e romana. Contrariamente a quanto ipotizzato, all’interno del Recinto non sono presenti strutture edificate, ma un vasto spazio all’aperto.
Non perdere l’opportunità di visitare questo luogo affascinante e di immergerti nella storia dell’Isola! Il sindaco di Santa Vittoria, Samuele Antonio Gaviano, ha annunciato che l’area archeologica sarà al centro di una serie di conferenze in occasione del centenario degli scavi e della scoperta del Recinto delle feste e della Casa del Capo. Durante la presentazione, alla quale ha partecipato anche Patricia Olivo, segretaria regionale del Mic per la Sardegna, stazione appaltante dell’intervento, sono stati illustrati i progetti futuri di valorizzazione del sito, che prevedono un sistema integrato.
La scoperta del santuario risale al 1909, quando Antonio Taramelli diede il via agli scavi archeologici, che portarono alla luce la maggior parte delle strutture ed edifici oggi visibili e importanti reperti archeologici, alcuni dei quali conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Nel 2018 sono riprese le ricerche che sono ancora in corso e al termine dei lavori, il sito verrà riconsegnato alla cooperativa, in collaborazione con il Comune e la cooperativa. L’acropoli nuragica, per essere fruibile dal pubblico.