Un recente studio dimostra che è possibile classificarle i fiumi atmosferici in base alla loro intensità, proprio come avviene per gli uragani. Ma cosa sono questi ultimi? Si tratta di correnti d’aria umida fino a 2000 km di lunghezza che hanno una scala di intensità molto simile agli uragani.
Uno studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research: Atmospheres ha dimostrato che i fiumi atmosferici rappresentano correnti d’aria cariche di umidità che trasportano vapore acqueo dalle regioni tropicali alle latitudini medie. Questi “fiumi” sono così chiamati a causa della loro forma stretta e allungata, che può raggiungere fino a 600 km di larghezza e 2000 km di lunghezza. Il cambiamento climatico contribuisce a renderli sempre più frequenti e intensi, poiché ogni grado centigrado di aumento della temperatura comporta un aumento fino all’8% dell’umidità presente in atmosfera. Ciò crea un parallelo con gli uragani, il cui aumento di pioggia e intensità è legato all’aumento della temperatura globale.
La classificazione dei fiumi atmosferici si basa sulla scala di intensità degli uragani, suddividendoli in cinque livelli, da AR-1 a AR-5 (dove AR significa “atmospheric river“), tenendo conto di due fattori principali: la durata nel tempo e la quantità di umidità trasportata. Questo sistema di classificazione permette di distinguere gli eventi principalmente benefici, con pochi o nessun danno (AR-1), gli eventi dove gli effetti positivi e negativi si bilanciano (AR-3), fino ai fiumi atmosferici che causano principalmente danni e con effetti positivi marginali (AR-5).