I satelliti in orbita bassa iniziano ad essere motivo di grande fastidio per gli astrofili e i ricercatori. Il problema è destinato solo che a peggiorare nell’immediato futuro. Il principale imputato? SpaceX, l’azienda di Elon Musk che sta riempiendo l’orbita bassa di satelliti per internet con la sua iniziativa Starlink.
Gli sciami di satelliti continuano ad interferire con le rilevazioni dei telescopi e secondo gli esperti si tratterebbe di un problema «con cui sarà bene imparare a convivere, perché è qui per restare».
I satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) ruotano intorno alla Terra una volta ogni 90 minuti. Considerando i migliaia di satelliti attualmente in orbita, si può facilmente quanto possano essere di disturbo per l’astronomia e, in particolare, per tutte le rilevazioni che vengono condotte con apparecchiature terrestri (cioè la stragrande maggioranza). Ma come testimoniano le numerose immagini scattate da Hubble rovinate da questo fenomeno, il problema in realtà è estremamente pervasivo e riguarda anche i telescopi spaziali.
Sostanzialmente, le costellazioni di Starlink e OneWeb, in rapido movimento, creano delle fastidiose strisce di luce all’interno delle immagini astronomiche. «Sono una minaccia esistenziale per l’astronomia», giurano alcuni scienziati.
Il problema è stato recentemente quantificato da una ricerca coordinata da Sandor Kruk, ricercatore dell’Istituto tedesco Max Planck per la fisica e l’astronomia. Secondo le analisi del team di ricerca, dal 2009 al 2020 le ‘striature’ create dai satelliti in movimento apparivano in appena il 3,7% delle immagini scattate dal telescopio Hubble, ma già nel 2021 il numero è salito al 5,9%. All’epoca c’erano 1.562 satelliti Starlink e 320 OneWeb. Il dato nel frattempo è cresciuto ulteriormente.