Giovedì scorso, la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, è stata costretta a cancellare in fretta e in furia una presentazione organizzata su Zoom, dopo che un utente è riuscito ad accedere all’evento, sabotandolo.
Al momento dell’incidente, erano oltre 220 le persone connesse all’evento. Nello specifico, un troll ha sabotato la presentazione, impedendo al governatore della Fed, Chrisopher Waller, di prendere la parola.
Il governatore avrebbe dovuto aprire la presentazione pronunciando un discorso di benvenuto, ma non gli è stato possibile. Un utente, che si è introdotto nella conferenza Zoom usando lo pseudonimo “Dan”, è riuscito ad accedere alla chiamata ed ha quindi iniziato a mostrare immagini pornografiche a pieno schermo, costringendo gli organizzatori dell’evento a chiudere in fretta e furia la chiamata.
Brent Tjarks, direttore esecutivo della Mid-Size Bank Coalition of America (MBCA), e co-organizzatore dell’evento, ha spiegato che probabilmente i parametri di sicurezza della chiamata erano stati impostati in modo errato. Durante i primi mesi della pandemia, Zoom è diventato uno strumento fondamentale e usatissimo da diverse scuole, aziende e perfino tribunali. Proprio in quel periodo, episodi di questo tipo erano diventati estremamente frequenti: in gergo si parla di ‘Zoom bombing’ o ‘porn bombing’. L’azienda era intervenuta mettendo a disposizione degli utenti alcuni strumenti per difendersi da possibili tentativi di sabotaggio e molestie. Evidentemente gli organizzatori non ne erano a conoscenza.
A causa delle ripetute molestie e della incapacità degli organizzatori di bannare il troll, la MBCA ha deciso di cancellare l’evento poco dopo l’inizio, citando “difficoltà tecniche”. Un portavoce di Zoom ha condannato fortemente l’episodio, chiarificando che le policy della piattaforma non tollerano comportamenti di questo tipo.