L’Università dell’Arizona apre la strada alla colonizzazione di Marte grazie ai robot sotterranei e alla comunicazione senza fili

I ricercatori dell’Università dell’Arizona sono già al lavoro nella ricerca di potenziali siti per le future colonie spaziali su Marte, grazie alla tecnologia sviluppata dall’ UArizona College of Engineering che consente a un gruppo di robot di esplorare l’ambiente sotterraneo del pianeta. La scoperta potrebbe risolvere alcune sfide tecnologiche della NASA, includendo la limitata capacità di trasmissione dati dai robot esploratori su comete, asteroidi e altri corpi planetari. I ricercatori hanno sviluppato un concetto di comunicazione senza fili che permette ai robot di lavorare in squadra come se fossero guidati dall’intelligenza umana. Questo sistema permetterebbe ai robot di operare sottoterra o in ambienti liquidi. I ricercatori hanno chiamato questa loro invenzione “Breadcrumb-Style Dynamically Deployed Communication Network” (DDCN). I sensori delle tecnologie sono progettati per essere esclusivamente “usa e getta”, il che significa che i robot potrebbero rimanere nel sottosuolo, dove sarebbero utili come sensori in una rete di comunicazione che trasmette informazioni alla madre rover, senza la necessità di recuperare i robot stessi.

Esplorare mondi oceanici nascosti

Nei luoghi che richiedono robot sommergibili, il sistema potrebbe consistere in un lander – galleggiante su un lago- come potrebbe essere il caso di Titano, o seduto sul ghiaccio in cima a un oceano subacqueo come su Europa – collegato attraverso un lungo cavo al sottomarino. In questo caso, i nodi di comunicazione fungerebbero da ripetitori, amplificando il segnale a intervalli regolari per evitare che si degradi. È importante, sottolineano i ricercatori, che i nodi siano in grado di raccogliere autonomamente i dati – ad esempio misurando la pressione, la salinità, la temperatura e altri parametri chimici e fisici – e di inserirli nel cavo di collegamento con il lander.

Secondo Victor Baker, professore reggente di idrologia e scienze atmosferiche, geoscienze e scienze planetarie dell’UArizona, il concetto proposto è “magico”. “Le scoperte più sorprendenti nella scienza avvengono quando i progressi della tecnologia consentono di accedere per la prima volta a un oggetto o a un luogo e di comunicare ciò che viene scoperto a menti creative in cerca di comprensione”, ha dichiarato.

 

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