Final Fantasy XVI era già finito qualche tempo fa al centro di numerose polemiche a causa dell’apparente poca diversità etnica all’interno del gioco. Durante l’intervista al producer Naoki Yoshida, The Verge è tornato sull’argomento finendo per sottolineare come il gioco abbia da questo punto di vista un approccio medievale alla diversità.
La nuova fantasia finale ha ricevuto molte critiche nel corso degli ultimi mesi a causa di una presenza di un cast di personaggi nel gioco prevalentemente bianchi. Così, The Verge ha chiesto a Yoshida se questi feedback abbiano portato il team ad inserire più persone di colore all’interno del gioco.
Yoshida, dunque, ha risposto precisando il gioco è ambientato nell’Europa medievale e che la presenza di personaggi di colore avrebbe cozzato con l’impianto narrativo per questioni sociali, storiche, culturali ed antropologiche.
A causa dei limiti geografici, tecnologici e geopolitici dell’ambientazione, Valisthea non ha mai potuto avere la diversità della Terra dei tempi moderni… o anche di Final Fantasy XIV, che ha a disposizione un interno mondo (e una luna) pieno di nazioni, razze e culture differenti – ha riferito Naoki Yoshida.
La natura isolata di questo regno, tuttavia, finisce per giocare un ruolo importante nella storia ed è uno dei motivi per cui il destino di Valisthea è legato a quello del resto del mondo.
Credo che con Final Fantasy XVI, abbiamo intrecciato una grossa varietà di persone e di culture in un travolgente racconto fantasy che abbiamo cercato di creare con cura e rispetto. Speriamo che quando i giocatori finalmente saranno in grado di prendere il gioco nelle loro mani, potranno vedere ciò che abbiamo cercato di realizzare e speriamo che alla fine possano connettersi con quell’esperienza unica.”
Final Fantasy XVI sarà disponibile a partire dal 22 giugno 2023 in esclusiva su PS5.
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- Final Fantasy XVI has a medieval approach to diversity (theverge.com)