Il buco nero supermassiccio, al centro della nostra Via Lattea, sta facendo quello che fanno i buchi neri e sta trascinando un oggetto massiccio nella sua bocca stellare. L’oggetto, denominato X7, è stato studiato per 20 anni e sembra che possa disintegrarsi intorno al 2036. L’Università della California ha riportato i risultati pubblicati sul The Astrophysical Journal, raccolti dalla Galactic Center Orbit Initiative, dagli astronomi del Galactic Center Group dell’UCLA e dall’Osservatorio Keck delle Hawaii. Il buco nero al centro della Via Lattea si chiama Sagittarius A, o Sgr A, e da qualche tempo ospita X7 nella sua orbita. Resta ancora da capire da dove provenga X7 e al momento non ci sono risposte definitive. La teoria più accreditata dai dati osservati suggerisce che X7 potrebbe essere una massiccia nube di polvere e gas espulsa quando due stelle si sono scontrate.
Secondo i ricercatori, le stelle che si scontrano e si fondono in prossimità di buchi neri come quello al centro della Via Lattea sono un fenomeno celeste abbastanza comune. Le stelle si uniscono e si fondono con la nuova stella nascosta da polvere e nubi. Il gas espulso da queste fusioni stellari potrebbe spiegare l’origine dell’oggetto X7. A causa della forma iniziale di X7, simile a quella di una cometa, le teorie iniziali proponevano che i venti stellari o le particelle di un buco nero potessero averla modellata. Con l’allungamento dovuto alle forze del buco nero della Via Lattea, le teorie sono passate alle più recenti ipotesi che l’oggetto sia costituito da gas e polvere provenienti da una collisione stellare. I ricercatori si sono interessati particolarmente a X7 per la sua evoluzione in continuo cambiamento.
La forza di marea
Poiché il buco nero supermassiccio della Via Lattea ha avvicinato X7, l’oggetto si è notevolmente allungato ed evoluto. L’oggetto X7 ha una massa pari a quella di 50 Terre e un percorso orbitale intorno al buco nero di circa 170 anni. Come si è detto, i ricercatori ritengono piuttosto improbabile che riesca a completare l’orbita prima di essere dilaniato e disintegrato dalle forze del buco nero. Il buco nero al centro della Via Lattea esercita su X7 un effetto gravitazionale noto come forza di marea, che è la causa dell’allungamento. La forza di marea tira su un lato l’oggetto con maggiore forza rispetto all’altro, nello stesso modo in cui la Luna esercita una forza di marea sulla Terra, creando l’alta marea sul lato più vicino e la bassa marea sul lato più lontano. Naturalmente, la forza di marea di un buco nero è molto più potente di qualsiasi luna e la forma e la velocità di X7 sono cambiate drasticamente a causa di queste potenti forze. Il buco nero al centro della Via Lattea sta accelerando l’orbita di X7 verso di lui, che attualmente si muove a oltre 700 miglia al secondo. I ricercatori continueranno a monitorare X7 dall’Osservatorio Keck per vedere come il buco nero continua a esercitare la sua incredibile potenza sull’oggetto. Man mano che ne sapranno di più, forse saranno in grado di consolidare ulteriormente la loro teoria sull’origine di X7 e di avere più conoscenze riguardo a come i buchi neri influenzano questo tipo di oggetti, informazioni che potrebbero avere anche usi informatici.