Sono sei milioni e mezzo le persone nel mondo affette dal morbo di Parkinson, una malattia neurodegenerativa che colpisce le cellule cerebrali o i neuroni di una specifica area del cervello. I sintomi includono tremori, rigidità e difficoltà di equilibrio e coordinazione. I Trattamenti per il Parkinson includono farmaci e stimolazione cerebrale profonda (DBS) mediante elettrodi impiantati chirurgicamente. I farmaci possono causare movimenti involontari ed erratici, chiamati discinesie, quando le dosi vengono aumentate per controllare i sintomi. La DBS viene impiegata solitamente quando i farmaci falliscono. Questo tipo di stimolazione profonda, però, comporta un intervento chirurgico al cervello per inserire gli elettrodi attraverso due piccole aperture nel cranio. La procedura porta con sé un piccolo rischio di effetti collaterali gravi, tra cui emorragie cerebrali e infezioni. Secondo un nuovo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, i pazienti affetti dalla malattia di Parkinson hanno ottenuto un miglioramento significativo dei tremori, della mobilità, e di altri sintomi fisici, dopo essere stati sottoposti a una procedura minimamente invasiva che prevedeva l’uso di ultrasuoni focalizzati. Lo studio clinico è stato condotto da ricercatori della University of Maryland School of Medicine (UMSOM) e ha coinvolto 94 pazienti affetti da malattia di Parkinson che sono stati sottoposti, in modo casuale, ad ultrasuoni focalizzati per l’ablazione di una regione mirata su un lato del cervello, o a una procedura sham. La chirurgia sham o chirurgia placebo, è un intervento chirurgico simulato che omette la fase ritenuta terapeuticamente necessaria. Negli studi clinici sugli interventi chirurgici, la chirurgia sham è usata come un importante controllo scientifico. Infatti, isola gli effetti specifici del trattamento rispetto agli effetti accidentali causati dall’anestesia, dal trauma incisionale, dalle cure pre e postoperatorie e dalla percezione del paziente di aver subito un’operazione regolare. La chirurgia sham ha quindi una funzione analoga a quella dei farmaci placebo.
In cosa consistono gli ultrasuoni focalizzati?
Gli ultrasuoni sono onde acustiche di frequenza non udibile dall’uomo. Gli ultrasuoni generalmente si diffondono nei materiali, compresi i tessuti biologici. Per meglio immaginare la propagazione di un’onda sonora basta pensare alla modalità con cui un’onda si propaga nell’acqua: gettando un sasso in uno stagno le onde saranno visibili come cerchi che si allargano a partire dal punto in cui il sasso tocca l’acqua. Come per altri tipi di onde che viaggiano in un mezzo, anche per gli ultrasuoni si verifica una diminuzione dell’intensità durante il loro spostamento attraverso il corpo umano. L’attenuazione del fascio di ultrasuoni è legata anche alla diversa densità dei tessuti (osso, grasso, muscolo) che un fascio di ultrasuoni incontra nell’attraversare un essere vivente. L’impiego degli ultrasuoni in campo medico è molto ampio: dall’utilizzo per accertare (diagnosticare) malattie o l’origine di un disturbo (ecografie, flussimetria, doppler) alla terapia (la chirurgia ablativa tramite ultrasuoni focalizzati ad alta intensità, HIFU, la litotrissia, utilizzata per il trattamento della calcolosi urinaria, la terapia fisica utilizzata per la riabilitazione corporea, sono alcuni tra esempi). Gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (High-Intensity Focused Ultrasound) vengono prodotti da trasduttori ad alta energia e focalizzati in un punto; l’energia degli ultrasuoni così concentrata sulla lesione, scalda il tessuto bersaglio, provocando la necrosi cellulare quando si raggiungono temperature superiori a 55°C per alcuni secondi.
I risultati dello studio
I pazienti che sono stati coinvolti nello studio sono stati trattati presso l’University of Maryland Medical Center (UMMC), l’ospedale accademico di punta dell’University of Maryland Medical System, e in altri 15 siti in Nord America, Asia ed Europa. Quasi il 70% dei pazienti nel gruppo di trattamento (ovvero il gruppo dei pazienti che sono stati trattati con gli ultrasuoni) è stato considerato “rispondente” dopo tre mesi di follow-up, rispetto al 32% del gruppo di controllo che ha subito una procedura inattiva, senza ultrasuoni focalizzati. Due terzi di coloro che hanno inizialmente risposto al trattamento con ultrasuoni focalizzati, hanno continuato ad avere una risposta positiva al trattamento anche fino a un anno dopo.
“Questi risultati sono molto promettenti e offrono ai pazienti affetti da malattia di Parkinson una nuova forma di terapia per gestire i loro sintomi. Non c’è alcuna incisione, il che significa nessun rischio di infezioni gravi o emorragie cerebrali”, ha dichiarato l’autore dello studio Howard Eisenberg, Raymond K. Thompson Professor of Neurosurgery presso l’UMSOM e neurochirurgo dell’UMMC.
“Il nostro studio aiuterà i medici e i pazienti a prendere una decisione informata quando prenderanno in considerazione questa nuova modalità di trattamento per aiutare a gestire meglio i sintomi”, ha concluso il coautore dello studio Paul Fishman, professore di neurologia all’UMSOM e neurologo all’UMMC.