Netflix fa due passi indietro. Il colosso dello streaming ha deciso di abbassare il prezzo degli abbonamenti in circa 30 diversi mercati. Insomma, la lista è ampissima e include anche alcuni Paesi europei. E l’Italia? L’Italia si attacca al… buffering.
Netflix ha abbassato il costo mensile dell’abbonamento in diverse decine di Paesi. Ma l’Italia non è inclusa nella lista.
A dare la notizia è il Wall Street Journal, che sostiene che il taglio del costo mensile degli abbonamenti andrà a beneficio di una trentina di Paesi. Altre fonti parlano di un piano di riduzione dei costi decisamente importante, che potrebbe al contrario includere una lista estremamente ampia di Paesi.
Un ripensamento, davanti al rischio che i recenti rincari introdotti in mezzo mondo uniti alla nuova stretta nei confronti della condivisione delle password (questa sì, in vigore anche in Italia da marzo) possano portare ad una grande emorragia di utenti, a vantaggio di piattaforme rivali come Prime Video, Disney+ e Apple TV+.
In alcuni casi la riduzione di prezzo è decisamente importante. Ad esempio in Croazia il piano Basic cala di ben tre euro: da 7,99 a 4,99 euro. Lo standard di 2, da 9,99 a 7,99 euro e, infine, il piano Premium passa da 11,99 a 9,99 euro.
La notizia ci coglie decisamente di sorpresa. È molto raro, a maggior ragione in un contesto di forte inflazione, che un’azienda decida di tornare sui suoi passi riducendo, e non aumentando, il costo mensile di un servizio in abbonamento.
Sta di fatto che in Italia i prezzi, per il momento, rimangano invariati. Si parte da 5,49 euro del piano Base con pubblicità per arrivare ai 17,99 euro (1) del piano Premium. Ben 8€ in più rispetto a quanto lo pagheranno i croati.