Record mondiale assoluto per la nave rompighiaccio italiana Laura Bassi, che ha toccato il punto più a sud mai raggiunto da una nave, nel corso della campagna oceanografica della 38° Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide.
L’esplorazione dei nostri oceani è sempre stata una prerogativa dell’uomo. Sin dal principio i grandi sognatori non hanno fatto che guardare l’orizzonte marino e spingersi oltre: da Cristoforo Colombo, a Ferdinando Magellano, da James Cook fino a Ernest Shackleton. Tutti i grandi esploratori si sono misurati con la forza del mare per andare anche oltre le terre conosciute a volte anche perdendo, ma sicuramente senza nessun rimpianto in quanto il cuore dell’esploratore è colmo di speranze e coraggio. Quest’anno l’Italia torna protagonista con un’impresa che iscrive la storia dell’esplorazione marina.
Quest’anno l’Italia torna protagonista con un’impresa che iscrive la storia dell’esplorazione marina.
Sì perché la nave italiana “Laura Bassi”, con a bordo ricercatori e tecnici italiani, ha segnato un record mondiale raggiungendo il punto più a sud del Mondo in Antartide. La nave rompighiaccio dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) ha raggiunto la Baia delle Balene, unsito finora inesplorato, di fatto il punto più meridionale mai raggiunto da una nave, che si trova alla latitudine di 78° 44.280’ S, questo luogo sarà fondamentale per effettuare importanti campionamenti previsti nell’ambito del progetto “BIOCLEVER” (Biophysical coupling structuring the larval and juvenile fish community of the Ross Sea continental shelf: a multidisciplinary approach), difatti i ricercatori a bordo della nave sono impegnati in sette obiettivi scientifici, tra cui il posizionamento in mare di boe per studiare la circolazione marina e lo studio dei fondali marini attraverso carotaggi.
Le condizioni del mare, straordinariamente libero dai ghiacci, hanno consentito di effettuare una attività di pesca scientifica a ridosso del Ross Ice SHelf – RIS che in questa posizione è particolarmente basso (circa 8 metri di altezza) e addentrarsi sempre più nei luoghi prefissati dalla missione. I primi risultati dello studio dei parametri fisici dell’acqua marina (dalla superficie fino alla profondità prossima al fondale di 216m) hanno evidenziato la presenza di acqua particolarmente fredda e si confermano di grande importanza per lo studio della dinamica delle correnti nel Mare di Ross. Inoltre, una prima analisi del materiale prelevato dai ricercatori ha evidenziato un’elevata densità di stadi larvali e giovanili di specie ittiche, evidenziando la presenza di alcune varietà raramente osservate nel Mare di Ross, oltre ad una presenza di elevate masse di alghe unicellulari che denotano un’elevata produzione primaria, incoraggiando ulteriori ricerche in questo ambito.
Il viaggio della “Laura Bassi” è iniziato il 17 novembre 2022
Il viaggio della “Laura Bassi” è iniziato il 17 novembre 2022 quando ha lasciato Trieste per raggiungere il porto di Ravenna e da qui, dopo aver caricato personale e materiali, ha intrapreso una navigazione di circa quaranta giorni, verso la Nuova Zelanda. Il 5 gennaio ha lasciato il porto di Lyttelton alla volta della Stazione Mario Zucchelli e del Mare di Ross. La nave è ad oggi impegnata nella 38° campagna in Antartide finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) per la pianificazione logistica e dal Consiglio nazionale delle ricerche per la programmazione scientifica. Il grande record della “Laura Bassi” ci riporta in mente le precedenti missioni che hanno fallito miseramente, una su tutte quella dell’Endurance di Ernest Shackleton, decretando uno degli inabissamenti più famosi della ricerca (nave da pochissimo ritrovata intatta nei fondali dell’Oceano). Il record è stato raggiunto nel corso della prima campagna oceanografica dedicata a sette diversi progetti che prevedevano: attività di il lancio e recupero di boe (floating e drifter) per lo studio della circolazione marina; recupero e messa a mare dei “mooring”, ovvero sistemi di misura ancorati al fondo del mare utilizzati per lo studio di caratteristiche fisico e chimiche della colonna d’acqua; carotaggi tramite “multicorer” o “box corer” e carotaggi per lo studio geologico del fondale marino, attività di pesca scientifica e indagini di laboratorio biologico e chimico fisico. È stata anche condotta un’attività specifica legata alla mappatura del fondale marino per la realizzazione di mappe di aree ancora non cartografate in collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana.
Ora siamo a meno 2. La temperatura normale in questa zona dell’Antartide è meno 15. Sono contento del record – ricorda il comandante della “Laura Bassi” – ma triste per come le cose stanno cambiando qui in Antartide e nel mondo. Nel 2017, quando siamo entrati per la prima volta nella Baia delle Balene con la vecchia nave Explora, abbiamo trovato tanto ghiaccio impenetrabile. Mai avrei pensato di poter vedere uno scioglimento così, a distanza di poco tempo. Forzando e osando un po’ quest’anno siamo riusciti a scendere davvero tanto
Purtroppo questo sconvolgimento climatico ha comunque portato alcune situazioni positive, come quella di studiare a fondo delle realtà che a condizione normale sarebbe stato impossibile analizzare. Attorno alla nave infatti volavano skua e petrelle, proliferavano tantissime foche e cetacei di tutti i tipi oltre a varie specie di balene e orche.
Fino al 2014 si è effettivamente riscontrata una progressiva riduzione di salinità, suscitando preoccupazione.
Le missioni condotte negli ultimi anni hanno invece rivelato un’inversione di tendenza nella quale il fenomeno della produzione delle acque dense è variabile, per questo è importante sorvegliarne costantemente l’andamento in Antartide. Per tornare alla missione della nave italiana la parte scientifica della ricerca è andata molto bene con moltissimi campionamenti delle acque del Mare di Ross, sempre grazie alla mancanza di ghiaccio, veramente fruttuosi, con larve e giovani esemplari di molte specie di pesci, alcune osservate raramente da queste parti. La “Laura Bassi” è oggi l’unica nave rompighiaccio italiana per la ricerca oceanografica in grado di operare in mari polari, sia in Antartide sia in Artico ed è stata acquistata dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS nel 2019 grazie al finanziamento dell’allora Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca – MIUR e opera a supporto di tutta la comunità scientifica.
L’obiettivo principale della nave è chiaramente il supporto scientifico e logistico alle missioni polari italiane
L’obiettivo principale della nave è chiaramente il supporto scientifico e logistico alle missioni polari italiane e al contempo consentire la ricerca oceanografica e geofisica dei ricercatori dell’Ente e della comunità scientifica nazionale ed europea a livello globale e, in particolare, polare. Per andare sullo specifico parliamo di una rompighiaccio di categoria A, classe PC5, concepita come una nave speciale combinando in maniera ottimale sia capacità cargo sia quella di ricerca scientifica. Ha una dimensione di 4028 tonnellate, una lunghezza di 80 metri con una larghezza di 17 metri, un sistema di posizionamento dinamico che le garantisce un’elevata manovrabilità e un’accuratezza di stazionamento in un prefissato punto dell’ordine di 1 metro. La struttura del fasciame (le parti basse della nave) è particolarmente robusta, permettendole di operare in mari coperti da ghiaccio senza temere quasi nessun danno strutturale.
La prima campagna oceanografica, dopo aver toccato il record del punto più a sud del nostro Pianeta, sta volgendo al termine, con il cambio di personale scientifico presso la stazione Mario Zucchelli il 4 Febbraio. Dopo le operazioni di carico del materiale e dei campioni scientifici provenienti dalle stazioni Mario Zucchelli e Concordia, la “Laura Bassi” è ripartita il 7 febbraio per la sua seconda campagna oceanografica.
Il rientro al porto di Lyttelton in Nuova Zelanda è previsto per il 6 marzo 2023, mentre quello in Italia è atteso per la seconda metà di aprile 2023.