Per decenni, gli scienziati hanno ipotizzato che le persone siano arrivate nelle Americhe indirizzandosi da sud verso nord tramite un ponte “di terra” rappresentato da quello che, quando il livello del mare era più basso durante l’ultima era glaciale, è diventato alo Stretto di Bering (che si estende tra capo Dežnëv, il punto più a est del continente asiatico, e capo Principe di Galles, il punto più a ovest del continente americano). Nuovi studi suggeriscono però che queste persone non sono state le prime a mettere piede sul continente.
Secondo l’ormai dominante teoria della “rotta costiera”, il continente americano fu primariamente popolato da nativi provenienti dall’Asia tra 20.000 e 11.500 anni fa, dopo aver attraversato il ponte di terra della Beringia, appunto, che si era formato tra l’Alaska e l’estrema Siberia nordorientale a causa dell’abbassamento del livello del mare durante l’ultima era glaciale. Le evidenze scientifiche disponibili indicano che i moderni esseri umani giunsero dall’Africa giunsero nelle Americhe solo meno di 20.000 anni fa. Tuttavia, mentre vi è un accordo generale che le Americhe furono popolate prima dall’Asia, il modello della migrazione, la sua tempistica, e il luogo (i luoghi) di origine in Asia dei popoli che migrarono nelle Americhe restano poco chiari. La fattibilità della migrazione costiera dipendeva dall’estensione dei ghiacciai delle montagne, dai ghiacci marini, dalla forza delle correnti oceaniche e dalla produttività e disponibilità di risorse marine e terrestri. Sulla base dei dati paleoclimatici e dei modelli climatici, il gruppo di ricerca stima che 24.500-22.000 e 16.400-14.800 anni fa fossero le finestre temporali più favorevoli dal punto di vista ambientale per una migrazione costiera durante il periodo in cui la rotta interna era bloccata. Anche se la scienza è tutt’altro che consolidata, le prove indicano sempre più che i primi americani arrivarono via mare o via terra lungo la costa.
Lo studio delle rotte
I ricercatori sono giunti a questa conclusione usando modelli e dati paleoceanografici del Pacifico settentrionale, identifichiamo gli intervalli climaticamente favorevoli in cui gli esseri umani avrebbero potuto plausibilmente attraversare il corridoio costiero della Cordigliera durante il Pleistocene. Le simulazioni dei modelli suggeriscono che le correnti costiere verso nord si sono rafforzate durante l’Ultimo Massimo glaciale (LMG, l’ultima glaciazione) e in periodi di maggiore apporto di acqua dolce, rendendo più difficile il transito verso sud con le imbarcazioni. I ripetuti eventi di glaciazione della Cordigliera avrebbero ulteriormente ostacolato il transito costiero sulla terraferma e in mare. In seguito a questi eventi, si aprirono aree costiere libere dai ghiacci. Considerate le prove dell’esistenza di esseri umani a sud delle calotte glaciali 16 mila anni fa e forse anche prima, i ricercatori teorizzano che le prime popolazioni possano aver sfruttato i ghiacci marini invernali che collegavano le isole e i rifugi costieri. Gli habitat marini ai margini dei ghiacci offrivano una ricca disponibilità di cibo e l’attraversamento dei ghiacci marini costieri potrebbe aver mitigato la difficoltà di spostarsi verso sud con imbarcazioni o sulla terraferma attraverso i ghiacciai.
Intrepidi navigatori
“Il percorso seguito dai primi migranti era quasi certamente lungo la costa”, ha dichiarato Matthew Des Lauriers, direttore del Programma di Archeologia Applicata della California State University di San Bernardino. Secondo Des Lauriers quelle popolazioni erano rappresentate da sofisticati cacciatori-pescatori, che sarebbero partiti a sud dal Bering e si sarebbero nutriti di pesce e selvaggina mentre viaggiavano lungo la costa del Pacifico. Alla fine, secondo Des Lauriers, questi intrepidi navigatori si separarono. Alcuni popoli seguirono i fiumi dell’entroterra, mentre altri proseguirono verso sud fino al Cile. “L’oceano avrebbe sempre fornito risorse per abili pescatori e cacciatori”, ha spiegato Des Lauriers. “Lo scenario più probabile è quello di pescatori-cacciatori-raccoglitori costieri che si spostavano lungo la costa settentrionale del Pacifico”.