Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha recentemente lanciato l’allarme al Consiglio di sicurezza riguardo ai pericoli derivanti dall’innalzamento del livello del mare e ha parlato della possibilità di un esodo di massa di proporzioni bibliche. Molte megalopoli del mondo sono a rischio, da Los Angeles a New York, Buenos Aires e Lagos, e anche l’Europa, con Londra e Copenhagen, non è esclusa. Anche l’Organizzazione meteorologica mondiale ha affrontato l’argomento dell’innalzamento del livello del mare. Secondo quanto riportato, almeno 900 milioni di persone che vivono in aree costiere in tutto il mondo subiranno gli effetti dell’innalzamento del mare.
Il rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale indica che tra il 1971 e il 2018, l’aumento della temperatura ha causato la dilatazione termica, che ha contribuito all’innalzamento del livello del mare del 50%. Oltre a ciò, si è verificata la perdita del 22% di ghiaccio nei ghiacciai, del 20% della calotta glaciale e dell’8% dei cambiamenti di accumulo di acqua nel terreno.
Pertanto, tra il 2013 e il 2022, il livello del mare è aumentato di 4,5 millimetri all’anno, con un tasso tre volte superiore rispetto a quello registrato tra il 1901 e il 1971. Secondo studi precedenti che hanno valutato l’impatto dell’innalzamento del livello del mare su città come Bangkok, Hong Kong, Tokyo, Jakarta, Seoul, Taipei e Manila, almeno 15 milioni di persone in Asia saranno colpite dalle inondazioni costiere entro il 2030.