Andrew Marks, cardiologo e professore di biofisica alla Columbia University, Steven Reiken, ricercatore nel laboratorio di Marks, e altri colleghi hanno studiato alcuni dei cambiamenti che si verificano nel cuore e che potrebbero portare a maggiori probabilità di avere altri problemi cardiaci, come aritmie (ritmi cardiaci anomali) e miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco). Nel tessuto cardiaco dei pazienti affetti da COVID-19, il team ha osservato un aumento dello stress ossidativo (produzione dannosa di molecole instabili) e dei segnali di infiammazione, oltre a variazioni del calcio. Hanno anche rilevato cambiamenti negativi in una proteina chiamata RyR2, responsabile della regolazione dei livelli di ioni calcio nel cuore. Il muscolo cardiaco, come tutte le cellule muscolari, ha bisogno di ioni calcio per contrarsi. Il sistema di gestione degli ioni calcio del cuore è essenziale per le contrazioni coordinate degli atri e dei ventricoli che pompano il sangue in tutto il corpo. Quando il calcio nel cuore diventa disregolato, può causare aritmie o insufficienza cardiaca. Gli studi, di cui la comunità scientifica dispone al momento, suggerisce che le persone affette da COVID-19 hanno il 55% di probabilità in più di subire un evento cardiovascolare avverso, tra cui infarto, ictus e morte, rispetto a quelle che non ne sono affette.
Marks ha dichiarato: ” La comprensione dei cambiamenti a livello molecolare può rivelare obiettivi farmacologici che potrebbero migliorare i sintomi cardiaci legati al COVID-19 e aiutare gli operatori sanitari a diagnosticare e trattare questi problemi in modo più efficace. Inoltre, la comprensione delle complicazioni cardiache del COVID-19 può aiutare la sanità pubblica a prendere decisioni più informate su come rispondere alla pandemia di COVID-19, in particolare informando le persone sul maggior rischio di problemi cardiaci”.
Reiken e Marks presenteranno il loro lavoro al 67° Meeting annuale della Biophysical Society a San Diego, in California.