The Flash: cosa aspettarci dal film DC e dal soft reboot della saga

Come sappiamo, il DC Extended Universe sarà presto investito da un soft reboot sotto la direzione di Peter Safran e James Gunn, che tenteranno l’impresa di sbrogliare i fili del complesso teatrino di marionette messo in piedi da Zack Snyder dieci anni fa con Man of Steel. L’intervento non sarà indolore, ma prevederà il taglio solo di alcuni fili: si cercherà di salvare il salvabile, soprattutto quello relativo a titoli che, in un modo o nell’altro, hanno ben funzionato. Provvidenziale, dunque, da questo punto di vista, The Flash, che doveva inizialmente essere un semplice film stand-alone con vari cameo che, come da tradizione, “doveva cambiare tutto per non cambiare nulla” e invece avrà un ruolo simile a quello che la miniserie a fumetti a cui è ispirato ha avuto per i comics originali. Il tanto atteso trailer, finalmente disponibile, ci dà l’opportunità di chiarire molti punti e fare aperte congetture su molte altre.
L’articolo non fornirà spoiler effettivi ma, chissà, alcune delle nostre supposizioni potrebbero essere corrette, quindi siete avvisati!

The Flash: un film dalla difficile gestione

Un lungometraggio in live action su Flash era atteso da molti, molti anni, senza contare il fatto che il personaggio sarebbe dovuto apparire sul grande schermo, per la prima volta, nella Justice League purtroppo mai realizzata da George Miller. L’occasione d’oro arrivò con la versione presente del DC EU, intrepretata da Ezra Miller: il film era inizialmente pensato per debuttare già nel 2018, ma avvicendamenti produttivi vari, nonché il tira e molla con diversi registi, hanno complicato le cose una prima volta; quando finalmente Andy Muschietti si fa carico del progetto e si gira nel 2021, sopraggiungono poco dopo due problematiche imponenti: la pandemia (con tutti i problemi produttivi e distributivi che ha comportato) e i ripetuti problemi comportamentali del protagonista Ezra Miller, rimbalzati sui social media rendendo complesso vendere un film con un interprete principale penalmente compromesso. Rimandata l’uscita di un anno (insieme al secondo film di Aquaman, per motivi simili tra pandemia e i guai giudiziari della co-protagonista Amber Heard) ecco infine che The Flash si guadagna un’uscita per giugno di quest’anno, giusto il tempo per assicurarsi la riabilitazione di Miller e per fungere da ponte tra il passato del DCEU e il futuro del nuovo DC Universe.

The Flashpoint Paradox

Il film The Flash è palesemente ispirato, come abbiamo accennato in precedenza, a Flashpoint, miniserie a fumetti del 2011 che ha dato il via al reboot fumettistico noto come The New 52, sconvolgendo gli equilibri che regnavano ormai da decenni (e che già ha ispirato un lungometraggio animato e una stagione della serie tv con Grant Gustin). La storia racconta di un complesso paradosso temporale scatenatosi a causa dei poteri di Flash, che si ritrova in un mondo molto diverso da quello che conosce, in cui diversi superumani non esistono o sono diversi da come li conosce, a partire da Superman (prigioniero sperimentale governativo da sempre), Batman (che qui è Thomas Wayne, sopravvissuto alla rapina al posto del figlio) e Cyborg, considerato il più grande eroe di sempre. Aquaman e Wonder Woman sono ai ferri corti, in una guerra che ha sconvolto l’Europa, e come se non bastasse, nel suo piccolo Barry Allen scopre due sconvolgenti novità: sua madre è ancora viva… ma lui ha perso i poteri. Nel tentativo di raccapezzarsi e “mettere a posto le cose” in realtà nuovi sconvolgimenti accadranno, cambiando per sempre il passato e il futuro.

Da quanto possiamo vedere nel trailer, il plot è similare o sembra esserlo, finanche negli esiti finali: il Barry di Ezra Miller si ritrova in un mondo in cui esiste un Batman diverso da quello che conosce, di Superman non c’è traccia (ma al suo posto c’è la cugina Kara), sua madre è viva e lui e il suo doppelganger di quella realtà cercano di raccapezzarsi e salvare il mondo dall’invasione di Zodd nonostante tutta una serie di “piccole problematiche”.

L’analisi del trailer

Come sempre accade coi trailer, molte cose potrebbero essere mostrate in modo “ingannevole” e molte cose appaiono ancora oscure. Inoltre, mentre alcune sembrano rispondere ad alcune domande ormai ataviche del DCEU, altre sorgono e fanno scricchiolare il tutto. Ma andiamo con ordine.

Partiamo dal presupposto che è molto raro che i film che presentano i viaggi nel tempo (o che addirittura li hanno al loro fulcro) non presentino plot hole più o meno evidenti, fin nelle premesse: a questo si aggiunge anche il discorso, tanto “di moda” attualmente, dei multiversi narrativi, che nascondono almeno altrettante insidie narrative e metanarrative (a conti fatti, ad esempio, Spider-Man: No Way Home è un film che tecnicamente non ha senso, se non quello dello spettacolo, ma tant’è).

All’inizio del trailer, scopriamo che Barry si ritrova in questa linea temporale alternativa, che adotta come quella “da salvaguardare” poiché sua madre, in questa tempolinea, è ancora viva. Certo, è imbarazzante il fatto di avere a che fare con una versione di sé stesso più gioviale e che non è mai stata un supereroe, né afflitto dalla perdita dei genitori (una morta, l’altro in galera per il presunto omicidio della moglie). Per quanto non chiaro dal trailer, sembra che in questa fase del film né l’uno né l’altro Barry avranno superpoteri, che però riacquisteranno nella scena (presente più avanti nel trailer) in cui vengono colpiti da una sorta di scarica fulminea, probabilmente catalizzata in qualche modo da Batman. Nel corso del trailer, difatti, vediamo come entrambi i Barry entrino in azione supereroica, con poteri apparentemente identici ma scie fulminee di colore differente (azzurre e gialle).


Le scene sono montate in modo palesemente sfalsato rispetto alle tempistiche e alla cronologia del film: ad esempio vediamo i due Barry avvicinarsi a villa Wayne, e poi il Berry “originale” parlare con il Bruce Wayne interpretato da Ben Affleck di tornare indietro nel tempo per “sistemare le cose” venendo messo in guardia dal poter, invece, ulteriormente complicarle, come puntualmente accadrà. Probabilmente le premesse del film vedranno una qualche catastrofe che Barry cercherà di evitare, magari conscio di quanto accaduto nel crossover avvenuto con il Flash televisivo o semplicemente della sua capacità di alterare le timeline come accaduto nella versione di Zack Snyder della Justice League. O, probabilmente, il riferimento sarà velato, per evitare di rendere “troppo” canonico un evento televisivo o la versione “alternativa” del film col supergruppo. Tornando indietro nel tempo, non rivedremo mai più Batfleck e, per il resto del film, ci sarà il Batman di Michael Keaton, che verrà poi sostituito in The Brave and the Bold, probabilmente.

Oltre ai personaggi che appaiono nel trailer non ci è dato sapere se ne rivedremo di altri “già noti”. Nei piani originali dovevano essere presenti più o meno tutti i personaggi della Justice League visti al cinema, ma le vicissitudini della saga e l’abbandono più o meno turbolento di alcuni dei suoi interpreti (come l’inghippo relativo a Henry Cavill o la bagarre tra Warner Bros. e Ray Fisher) lo hanno impedito. Si dice alcune scene con alcuni personaggi (come Wonder Woman o Aquaman) siano state girate e poi tagliate; sta di fatto che alcuni cambiamenti sono stati resi necessari per cause di forza maggiore, tra cui la sostituzione di Clark Kent con la cugina Kara.

Ho demolito l’universo, ho creato un mondo senza metaumani” afferma Barry, in relazione ai cambiamenti creati dal suo viaggio nel tempo. Ora, che l’effetto farfalla crei sconvolgimenti è semplice, non è ben chiaro, tuttavia, come sia possibile che abbia cancellato i metaumani, dato che esistevano ben prima del punto di rottura a cui lui ritorna, dato che si tratta di pochi anni rispetto alla storia del mondo, e quindi atlantidei e amazzoni, ad esempio, dovrebbero ancora esistere, così come, del resto, Superman non c’è ma i kryptoniani esistono. Zodd arriva sulla Terra per portare avanti il suo progetto di terraformazione esattamente come in Man of Steel, ma non troverà Kal-El a fronteggiarlo; che fine avrà fatto l’Uomo d’acciaio? Non è dato sapere se sia scampato alla rovina del suo popolo, ma c’è riuscito la cugina Kara, che però non ha ricevuto le amorevoli cure di una famiglia adottiva come quella dei Kent, ma è finita in una struttura detentiva di studio tra le nevi (si tratta del Nord America? O addirittura della Russia?). Elemento curioso: in Man of Steel c’è un easter egg che suggerisce come, oltre a Klark, anche un altro kryptoniano fosse riuscito a fuggire: poteva/doveva essere un gancio da sfruttare successivamente per Supergirl, mai sfruttato fino ad oggi (quella dei serial CW è un altro personaggio) ma potrebbe essere la volta buona…

Interessante la scena nella Batcaverna, in cui i due Barry incontrano il Batman di quel mondo: Barry I è interessato ma non intimorito al vederlo, mentre Barry II è quasi sconvolto a conoscere un supereroe. Si tratta di un Batman evidentemente diverso da quello che Barry I conosce, e qui sorge un piccolo doppio dubbio di coerenza narrativa: perché Barry e Zodd sono fisiognomicamente uguali nelle due timeline e Bruce Wayne no? Oltretutto, questo Batman è anche più anziano dell’altro: com’è possibile? Nei fumetti originali aveva senso perché si trattava, effettivamente, del padre di Bruce Wayne, e per certi versi sarebbe stato più sensato scritturare, come alcuni rumor hanno indicato per diverso tempo, Jeffrey Dean Morgan, che ha impersonato proprio Thomas Wayne nel flashback della tragica rapina nel vicolo vista in Batman v Superman. Così non è stato, facendo vincere la nostalgia in barba alla coerenza, proprio come in Spider-Man: No Way Home, andando a recuperare (un po’ fuori tempo massimo?) Michael Keaton, che nel frattempo è stato anche Birdman e l’Avvoltoio, per un curioso scherzo del destino (e del casting). Oltretutto, anche molti non lo sanno o fanno finta di ignorarlo, i due Batman con protagonista Michael Keaton sono in continuiti con i due successivi di Schumacher, che videro nel ruolo di Bruce Wayne Val Kilmer e George Clooney. Dobbiamo supporre, dunque, che il tutto accade due decenni dopo Batman e Robin, facendo finta che siamo sempre di fronte allo stesso personaggio? Del resto, anche se si tratta di un personaggio minore, il padre di Barry ha subito un recasting, da Billy Crudup a Ron Livingston…

Nel trailer vediamo un mucchio di scene d’azione, molte senza contesto, altre relative al salvataggio di Kara dalla sua prigione e al combattimento contro Zod. C’è la possibilità, tuttavia, che non sia Zod il vero villain della pellicola. Qui entriamo nel campo della speculazione, ma c’è la possibilità che, alla fine del film, Barry I si renda conto di dover annullare quella stessa tempolinea che voleva salvare, e che naturalmente Barry II si opponga, portando i due a uno scontro “fratricida” che porterà allo sconvolgimento che sarà la base del DC Universe, consentendo al contempo a Blue Beetle e ad Aquaman di uscire senza troppi scossoni, essendo slegati. In questa realtà, Barry II e il Batman di Keaton morirebbero (cosa suggerita dal casco rotto e insanguinato che si vede per terra in una manciata di frame) mentre Kara tornerebbe indietro con Flash, ponendo le basi per il suo film stand-alone.

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