Nelle tempeste di polvere sulla Terra si formano forti campi elettrici; quindi, non sorprende che ciò avvenga anche su Marte. Ma cosa succede dopo? Probabilmente non un lampo improvviso, come ci aspetteremmo sul nostro pianeta. Lo scienziato planetario Alian Wang della Washington University di St. Louis ritiene, infatti, che le scariche elettriche su Marte siano più simili a un debole bagliore, (nessuno dei lander, dei rover o di altre missioni su Marte ha catturato un’immagine reale di questo fenomeno).
Il nuovo studio di Wang, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, mostra che l’elettricità delle tempeste di polvere potrebbe essere la principale forza motrice del ciclo del cloro marziano.
Come premessa, gli scienziati considerano il cloro uno dei cinque elementi “mobili” su Marte (gli altri sono idrogeno, ossigeno, carbonio e zolfo). Ciò significa che il cloro, in forme diverse, si muove avanti e indietro tra la superficie e l’atmosfera di Marte. Sul suolo sono diffusi depositi di cloruro, simili alle saline poco profonde della Terra. Questi depositi di cloruro si sono probabilmente formati nelle prime fasi della storia di Marte come sali di cloruro. Nel nuovo studio, Wang dimostra che un modo particolarmente efficiente per spostare il cloro dal suolo all’aria su Marte è attraverso le reazioni innescate dalle scariche elettriche generate dalle attività della polvere marziana.

Wang e i suoi collaboratori hanno condotto una serie di esperimenti colpendo i sali solidi con scariche elettriche in condizioni simili a quelle marziane. Gli esperimenti sono stati condotti utilizzando una camera di simulazione planetaria della Washington University (chiamata Planetary Environment and Analysis Chamber, o PEACh).

Più facile su Marte che sulla Terra

“L’elettrificazione per attrito è un processo comune nel nostro sistema solare e le attività della polvere marziana sono note per essere una potente fonte di accumulo di cariche elettriche”, ha detto Wang. “L’atmosfera sottile di Marte rende molto più facile la rottura dei campi elettrici accumulati sotto forma di scariche elettrostatiche. In effetti, su Marte è cento volte più facile che sulla Terra”. Gli scienziati coinvolti nelle missioni Viking atterrate su Marte negli anni ’70 hanno inizialmente proposto che le tempeste di polvere potessero essere una fonte della nuova chimica reattiva sul pianeta rosso. Questo nuovo studio è il primo a cercare di quantificare la quantità di questi prodotti chimici effettivamente prodotti durante le tempeste di polvere.