In un recente intervento, i manager di SpaceX hanno spiegato di non tollerare l’utilizzo dei satelliti Starlink forniti all’Ucraina per “scopi offensivi”. L’azienda ha spiegato di essersi offerta di fornire la tecnologia di internet via satellite per facilitare le comunicazioni in un Paese distrutto dai bombardamenti nemici, ma di non tollerare l’uso della tecnologia anche per scopi militari, ad esempio per pilotare i droni equipaggiati con bombe.

Il COO di SpaceX, Gwynne Shotwell, è intervenuta su questo tema in occasione di un evento della Federal Aviation Administration. «SpaceX si oppone all’utilizzo dei suoi satelliti per controllare i droni militari», ha spiegato.

La Shotwell ha anche aggiunto che l’azienda ha già implementato un sistema per filtrare l’utilizzo dei suoi droni e, dunque, impedire che l’Ucraina possa continuare ad usare la connessione satellitare per pilotare i droni.

Il Governo dell’Ucrina, per il momento, ha dichiarato di non essere allarmato dal blocco imposto da SpaceX. Il segretario del consiglio di sicurezza nazionale Oleksiy Danilov ha spiegato al Washington Post che il paese non si affida solo a Starlink per le operazioni militari.

La notizia è stata accolta con toni estremamente critici sui social, dove i post di SpaceX e Starlink sono da ieri bersagliati sistematicamente da migliaia di persone inferocite per la decisione improvvista di voltare le spalle all’Ucraina.

«Ora rendeteli nuovamente disponibili anche in Ucraina. Anche per scopi militari», si legge in un commento con centinaia di like ad un tweet di SpaceX che annunciava l’arrivo di Starlink anche in Islanda. «Non sostenere la lotta contro un genocidio = fornire aiuto al genocidio».