Un importante contributo alla ricerca è stato fornito dall’Italia, grazie al satellite Cheops. La scoperta di un pianeta nano, chiamato Quaoar, situato ai confini del sistema solare, ha stupito gli astronomi, lasciandoli senza parole per via dell’incredibile somiglianza con uno dei pianeti più affascinanti di sempre: Saturno.
Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricerca internazionale “dei due mondi”, guidato dall’Università federale di Rio de Janeiro in Brasile e comprendente anche due ricercatori italiani dell’Inaf. Il “piccolo Saturno“, come lo hanno ribattezzato gli scienziati, è circondato da anelli considerati finora “impossibili” e la sua fortunata scoperta ha spinto gli scienziati a rivedere le odierne teorie su come si formano gli anelli intorno ai pianeti. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature ed è stata resa possibile anche grazie all’immagine catturata da diversi telescopi a terra e dal satellite dell’Agenzia spaziale europea, per il quale l’Italia ha fornito un contributo fondamentale attraverso l’Istituto nazionale di astrofisica e l’Agenzia spaziale italiana.
Questa scoperta risulta essere rivoluzionaria poiché sta facendo rivedere la nozione classica che gli anelli densi possono sopravvivere solo all’interno del Limite di Roche di un corpo planetario. Nelle osservazioni che si sono svolte dal 2018 al 2021, anche il satellite Cheops ha partecipato e il suo contributo si è poi rivelato fondamentale, perché ha permesso ai ricercatori di escludere la possibilità che i cali di luce fossero causati da problemi nell’atmosfera terrestre.