The Lancet ha pubblicato oggi alcuni articoli frutto di ricerche e studi sulla correlazione tra il marketing e il latte in polvere.

 

Per decenni, l’industria del latte artificiale commerciale ha utilizzato subdole strategie di marketing, progettate per sfruttare le paure e le preoccupazioni dei genitori in un momento vulnerabile, al fine di trasformare l’alimentazione dei bambini piccoli in un business multimiliardario.

The Lancet

 

 

Il marketing influenza dunque il modo di pensare dei genitori di bambini piccoli, indotti a credere a dati errati, come ad esempio la necessità di ricorrere al latte artificiale per porre rimedio ad alcuni normali comportamenti. Tra questi, la difficoltà di dormire per tante ore e il pianto dei neonati e dei bambini piccoli, attività del tutto comuni e che non dovrebbero destare alcuna preoccupazione. Inoltre, gli autori, tra cui figurano scienziati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, mettono in luce come sia sbagliato anche ritenere che il latte materno non sia sufficiente al fabbisogno del bambino.

Secondo questi studi, quindi, le aziende di circa 100 Paesi operano vere e proprie violazioni del Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. Il mercato del latte in polvere è florido e conta all’incirca 55 miliardi di dollari all’anno, come sostengono le ricerche. Le aziende del settore cercano dunque di assumere potere sulle politiche nazionali e internazionali in materia.

 

È tempo che tutto questo finisca. Le donne dovrebbero avere il potere di fare scelte sull’alimentazione infantile fondate su informazioni accurate e libere dall’influenza dell’industria.

Nigel Rollins, unità Child Health and Development dell’Oms, uno gli autori dello studio