Opzione Donna prevede che la richiesta di pensionamento anticipato per le lavoratrici potrà essere effettuato tramite il sito dell’Istituto di previdenza, i patronati o i centri di assistenza telefonica. A causa delle nuove norme introdotte con la Manovra, si prevede una diminuzione del 87% delle richieste di pensionamento anticipato rispetto al periodo 2020-2022.
La Manovra 2023 ha dunque ristretto la possibilità per le lavoratrici di usufruire di Opzione Donna per la pensione anticipata. Tuttavia, le lavoratrici con età e contributi adeguati possono ancora inoltrare la richiesta tramite diverse opzioni. Possono farlo accedendo al sito dell’INPS con SPID di Livello 2, CNS o CIE, seguendo un percorso specifico. In alternativa, possono usare i servizi telematici riconosciuti dalla legge o telefonare al Contact Center Integrato.
L’Opzione Donna è disponibile per le seguenti categorie di lavoratrici: disoccupate (dovendo risultare licenziate o dipendenti da aziende che partecipano a tavoli di confronto), lavoratrici che assistono persone con disabilità grave secondo la legge n.104 del 5 febbraio 1992, e lavoratrici che hanno ottenuto un riconoscimento di invalidità civile di almeno il 74%.
Per le lavoratrici che hanno figli, l’età richiesta per andare in pensione anticipata con l’opzione donna è ridotta di un anno per ogni figlio. Ad esempio, con un figlio il requisito anagrafico è di 59 anni. Per le lavoratrici che sono state licenziate o lavorano per aziende in difficoltà, i requisiti richiesti sono 58 anni d’età e 35 anni di contributi entro dicembre 2022, indipendentemente dal numero di figli.