La misofonia è l’avversione verso i suoni, anzi per essere precisi nei confronti dell’origine di essi. Questa patologia però non è presente nei sistemi di classificazione diagnostica. Sono molti i soggetti che ne soffrono, in particolar modo sofferenza verso suoni ripetuti spesso generati dall’uomo, ma anche da animali o ambiente.
La rabbia non è l’unica emozione scaturita, ma esiste anche un anticipo d’ansia. Il comportamento di chi soffre di misofonia è quello di evitare l’esposizione al suono con una perdita di controllo. Può esserci anche un’aggressione verbale o fisica al suono. Nel corso degli anni sono stati tanti i responsi degli studiosi con la loro analisi. C’è chi distingue la misofonia da altre forme di insofferenza del suono o di dolore causato dal suono con eventuale analisi di comportamenti utili.
Altre proposte di studiosi sono strumenti di misurazione e valutazione della misofonia. In altri casi il fenomeno è stato riscontrato in presenza di altri quadri psicopatologici. I trattamenti che forniscono prove efficaci sono la terapia cognitivo-comportamentale, la mindfulness e altri interventi di Terapia Metacognitiva Interpersonale.
Un’altra terapia ritenuta valida è quella di esposizione per il trattamento della paura. Quest’ultima non riguarda la cancellazione dei ricordi eccitatori, ma la formazione di nuove memorie inibitorie. Comunque sia c’è da sottolineare che il trattamento per la misofonia dovrebbe tenere in considerazione le differenze individuali emergenti. Insomma, una terapia di esposizione sempre più efficace e personalizzata.