Il 9 febbraio ritornerà nelle sale cinematografiche Titanic, il film capolavoro con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet in una versione 3D e 4K, capace ancora di più di far entrare dentro le atmosfere e le vicende della nave affondata nel 1912. Abbiamo avuto la possibilità di seguire la conferenza di presentazione del 25esimo anniversario e del ritorno al cinema di Titanic a cui hanno partecipato il regista James Cameron ed il produttore Jon Landau.
Il popolare regista ha risposto alle domande della stampa riguardanti la produzione di Titanic, e tutti i particolari su ciò che lo ha reso immortale. Tra le domande arrivate da tutto il mondo, James Cameron ha risposto anche ad una nostra curiosità sulle qualità ed il valore in prospettiva di Leonardo DiCaprio. Ecco il nostro report con le domande dei giornalisti lette da Jon Landau, e con le risposte di James Cameron.
Cosa ti ha spinto a voler realizzare Titanic oltre 25 anni fa?
Sono sempre stato affascinato dalla storia del Titanic fin da quando ho iniziato a collaborare con quelli di Woods Hole Oceanographic Institution e dai loro apparecchi robotici che ho iniziato a sfruttare ai tempi di Abyss. Queste attrezzature sono diventate molto importanti quando fu ritrovato il relitto da Robert Ballard, che ho anche conosciuto, potendo vedere le robe fantastiche che ha fatto. Ho pensato subito che sarebbe stata fantastica una storia romantica sul Titanic. E così ho detto alla 20th Century Fox: facciamo Romeo e Giulietta sul Titanic.
Secondo te cosa ha permesso alle vicende del Titanic di avere una risonanza culturale così forte?
C’è tanto di tragico nel Titanic e nella sua storia, ci sono 10.000 morti, ci sono amore e sacrificio, persone che hanno lasciato altre salvarsi rimanendo sulla nave. E poi ci sono la hybris, con figure che hanno agito male con i loro scopi riponendo troppa fiducia nella tecnologia. In tutto ciò c’è un senso di tristezza, di perdita di qualcosa, sono elementi di spunto per una storia incredibile. Quando abbiamo girato il film negli anni Novanta le persone non conoscevano moltissimo sul Titanic, ed abbiamo cercato di essere il più attenti possibili nella ricostruzione della vicenda e dei set. E poi ci hanno aiutato anche le grandi performance degli interpreti, una musica fantastica. Abbiamo avuto Don Lynch che ci ha supportato con una ricerca storica meticolosa. In questo modo abbiamo consegnato alle persone una storia da ricordare per tanto tempo, la storia del Titanic.
Che risonanza oggi possono avere il film e la storia del Titanic?
Magari in maniera superficiale si può pensare all’attrazione di una ragazzina per Leonardo DiCaprio. Ma quella stessa ragazzina potrà vedere la storia di un donna costretta in una società che le imponeva cosa dovesse essere, che doveva stare zitta e stringersi nel suo corsetto. Questa è la storia di Rose, ed in tutto ciò vediamo Jack che la supporta, e le permette di sopravvivere. E questo è il cuore del film. C’è tristezza ma anche tanta bellezza in questa storia d’amore. Non è una pellicola che si conclude con i due che si baciano al tramonto, c’è il senso di perdita e di separazione, e quello di riunione in una vita ultraterrena. Del resto la storia è raccontata da una donna di 103 anni, che dà spazio alla sua memoria e si prepara per quel ricongiungimento. Questo film racconta di amore e della speranza di qualcosa oltre la mortalità che permetta di riunire le persone che hanno coltivato questo sentimento. Ci sono tanti elementi importanti in Titanic, ma questo è quello che conta di più.
Alla fine del film l’anziana Rose muore?
Questa è una storia divertente per certi versi, perché Gloria Stewart ha interpretato la Rose anziana. E ricordo che prima di girare quella scena mi chiese ‘devo interpretare una persona morta o meno?’, non sapeva se trattenere il respiro. Così ci pensai su e le dissi di trattenere il respiro.
Cosa ricordi del set di Titanic?
Ho tanti ricordi della lavorazione del film. L’ultimo giorno di riprese ero sul ponte con lo stunt che recitava il capitano, stavamo girando una scena veramente difficile, con l’acqua che ci sbalzava da una parte all’altra con la pressione veramente forte. Dopo che ho fatto la ripresa vedevo tutto nero, non capivo se lo stunt fosse vivo o meno, o se io fossi vivo. Così, ad un certo punto, mi sono detto ‘Dio, portami via ora’.
Quando abbiamo camminato per la prima volta sulla nave, il primo giorno in cui era pronta ho provato una sensazione fantastica. Dicci qualcosa sulla costruzione della nave sul set.
In molti pensano che la nave intera vista in alcune scene fosse una miniatura, ma in realtà noi l’abbiamo ricostruita in grandezza naturale per il 100%.
(Ecco la domanda di Lega Nerd rivolta da Jon Landau a James Cameron): Quando hai lavorato con Leonardo DiCaprio a questo film immaginavi quanto potesse diventare importante la sua carriera?
Sapevamo all’epoca che fosse un grande attore che aveva delle grandi possibilità, ma non avevamo la sfera di cristallo per predire il futuro e sapere che avrebbe fatto un percorso grandioso. A quel tempo sapevamo che fosse un attore veramente forte, ed il potenziale c’era. Da lì in poi è l’interprete che deve capire quanto potrà concretizzare quel suo talento. Quando è stato provato per Titanic aveva 19 anni, e fu un ventenne quando arrivammo a girare. All’epoca aveva già fatto Romeo and Juliet ed altre grandi performance, siamo stati fortunati a prenderlo con noi proprio in quel momento.
Inizialmente hai dovuto convincerlo ad accettare la parte.
In principio lui non era interessato. Stava cercando una sfida, aveva fatto Buon Compleanno Mr. Grape che era una sfida mentale, e poi aveva lavorato a Ritorno dal Nulla in cui faceva la parte di un drogato. Ho dovuto convincerlo che interpretare un personaggio che non avesse dei problemi particolari fosse comunque una sfida, e la sfida era trasferire delle emozioni al pubblico. Il casting è una delle cose più importanti, che rischia di tramutarsi anche in un fallimento per il film, e noi ci sentiamo molto fortunati a non aver sbagliato.
Parlaci invece del casting di Rose.
Per quanto riguarda il personaggio di Rose abbiamo provinato diverse giovani interpreti, volevamo qualcuno che fosse veramente interessato alla parte. Ed abbiamo notato in Kate Winslet tanto entusiasmo. Aveva già lavorato in dei period drama. Una delle scene più rappresentative del film è quando il personaggio di Rose viene stretta nel suo corsetto, un simbolo di come la società opprimesse le donne all’epoca. Lei fu spettacolare già nello screen test, trasformò il suo accento britannico in americano. Ha una personalità forte, e quando fece il casting mi disse ‘Sono io la tua Rose’. Lei è stata generosa ed ha aiutato anche il casting per la parte di Jack, provando con vari aspiranti, tra cui Leo. Dopo l’incontro con Leo era entusiasta, si poteva vedere la chimica tra di loro, e ci disse subito ‘lui è quello giusto’.
Cosa cambierebbe nel realizzare Titanic oggi?
All’epoca io ero interessato al soggetto, alla storia d’amore, ero focalizzato sull’emozione. In termini di tecnica tutto sarebbe stato diverso oggi, con la CGI ci sarebbero stati meno set costruiti, la tecnologia contemporanea permette di realizzare cose indistinguibili rispetto alla fotografia originale. Abbiamo sviluppato la produzione a Rosarito, in Messico, perciò abbiamo dovuto lavorare a 3000 chilometri dagli Studi di produzione. Questa è stata una cosa pazzesca che oggi non si farebbe. Ma l’approccio non sarebbe stato affatto diverso. La sceneggiatura è sempre la stessa, avremmo messo gli stessi valori. Sarebbe stato un film differente dal punto di vista tecnologico, ma l’intenzione sarebbe stata identica.
L’Oceano rappresenta una grande passione per te, considerando che l’hai inserito in molti dei tuoi film. Puoi dirci qualcosa a riguardo, e sull’importanza che la tua passione per il mare ha rivestito in Titanic?
L’esploratore dei mari Jacques-Yves Cousteau è stato un’ispirazione per me, e mi ha fatto desiderare di diventare un subacqueo. Dieci anni pima di diventare regista facevo immersioni, e quando sono stato in California mi sono immerso nell’Oceano Pacifico, passando centinaia di ore sott’acqua. Allo stesso tempo mi appassiona la tecnologia necessaria per esplorare le profondità dell’Oceano, e questo mi ha influenzato anche come filmmaker e per Titanic. Ho messo la passione per l’esplorazione dell’oceano, e quella per le storie e per la Storia, facendole convergere in Titanic. In quel periodo ho passato sette o otto anni facendo esplorazioni nel profondo oceano. Siamo andati a girare attorno al vero Titanic ed alla Bismark. Ho fatto dei documentari per National Geographic. Tutta questa passione l’ho messa anche nello sviluppo di Avatar. Gli Oceani fanno parte della mia creatività, e dei luoghi che adoro visitare. E dopo che lavoro per anni ad una produzione questo è quello che mi piace fare: le immersioni.
Il messaggio sociale di Titanic è rilevante anche oggi, 25 anni dopo?
I ricchi ed i poveri, i sopravvissuti ed i morti, sono tutte cose che coesistono nel Titanic. C’è stata una forte disparità tra i ricchi sopravvissuti ed i poveri morti. C’è un qualcosa di comune con i cambiamenti climatici, con i ricchi che volevano arrivare più in fretta possibile a New York e non sono stati curanti del pericolo rappresentato dall’Iceberg. Le nazioni più ricche sono quelle che stanno subendo di meno i contraccolpi dei cambiamenti climatici, e sono i Paesi più poveri ad avere la peggio.
Questo è uno dei motivi che spiegano perché Titanic ha ancora oggi importanza.
Considera che affronta la questione dell’emancipazione femminile, e poi è una storia d’amore, ha dentro emozioni pure e devastanti, sensazioni agrodolci. E tutto è fatto in modo accurato, attento a ciò che ci ha raccontato la Storia.
Perché vale la pena vedere questo film al cinema?
Oggi le televisioni sono spettacolari, ma andare a vedere un film al cinema è una questione di scelta: tu scegli di uscire di casa, pagare un biglietto e passare del tempo in sala, senza poter avere altre opzioni e cose da fare, dovrai stare per oltre tre ore davanti a quella visione. E tutto ciò rende quell’esperienza più forte che mai. E poi andare al cinema insieme a qualcuno è qualcosa di speciale, di sacro. Posso dire che anche per me, che ho cinque figli, è difficile riunire tutti quanti attorno ad un’unica cosa. Stare con le persone a cui vuoi bene attorno ad uno schermo e godere di una storia è speciale. Non è solo questione di stare davanti ad uno schermo, è l’idea di prendere un impegno.
E le persone anche oggi vogliono condividere Titanic con le figure a loro care.
In termini di valore economico Titanic ha fatto miliardi di dollari, è diventato un fenomeno, ma le persone dovrebbero chiedersi: per quale motivo? Diventa quasi un test: qualcuno va a dire a qualcun altro che quell’esperienza sul grande schermo merita. E Titanic ha sempre avuto questo valore.
Pensi che Titanic abbia influenzato il cinema dei blockbuster?
Prima di Titanic si diceva che un film lungo non potesse ottenere guadagni. Titanic è un film di tre ore ed ha ottenuto tanti soldi. Per 16 settimane è stato al primo posto al box-office, le persone avevano voglia di vederlo e rivederlo. Non conta la lunghezza del film, ma qual è la durata percepita. Avatar è un film lungo, ma il pubblico ne ha voluto di più, e ne abbiamo fatto un altro di tre ore e mezzo, e ne stiamo facendo altri ancora. La questione della durata dei film è un falso mito.