Secondo i ricercatori dell’University College Cork (UCC) dell’APC Microbiome Ireland, un centro di ricerca della Science Foundation Ireland (SFI), le affermazioni scientifiche secondo cui i bambini ospitano batteri vivi quando sono ancora nel grembo materno sono inesatte e potrebbero aver ostacolato il progresso della ricerca, l’analisi è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature. Le precedenti affermazioni secondo cui la placenta umana e il liquido amniotico sono normalmente colonizzati da batteri, se fossero vere, avrebbero serie implicazioni per la medicina clinica e la pediatria e minerebbero i principi consolidati dell’immunologia e della biologia riproduttiva. Per esaminare queste affermazioni, il ricercatore principale dell’UCC e dell’APC, il Prof. Jens Walter, ha riunito un team transdisciplinare di 46 esperti di biologia riproduttiva, scienza del microbioma e immunologia, provenienti da tutto il mondok per valutare le prove della presenza di microbi nei feti umani.
Un feto umano sano si sviluppa in un’ambiente sterile
Il team ha confutato all’unanimità il concetto di microbioma fetale e ha concluso che il rilevamento di microbiomi nei tessuti fetali è dovuto alla contaminazione dei campioni prelevati dall’utero. La contaminazione è avvenuta durante il parto vaginale, le procedure cliniche o durante le analisi di laboratorio. Nel rapporto pubblicato su Nature, gli esperti internazionali incoraggiano i ricercatori a concentrare i loro studi sui microbiomi delle madri e dei loro neonati e sui metaboliti microbici che attraversano la placenta e che preparano il feto alla vita post-natale in un mondo microbico. Secondo il Prof. Walter: “Questo consenso fornisce una guida per andare avanti, per concentrare gli sforzi di ricerca dove saranno più efficaci”. Sapere che il feto si trova in un ambiente sterile conferma che la colonizzazione da parte dei batteri avviene durante la nascita e nelle prime fasi della vita post-natale, ed è qui che dovrebbe concentrarsi la ricerca terapeutica sulla modulazione del microbioma”. Gli esperti forniscono anche indicazioni su come gli scienziati in futuro possano evitare le insidie della contaminazione nell’analisi di altri campioni in cui si prevede che i microbi siano assenti o presenti a bassi livelli, come gli organi interni e i tessuti del corpo umano.