L’elefante asiatico è un mammifero di cui esistono quattro sottospecie. Sono Elephas maximus maximus, Elephas maximus indicus (anche detto elefante indiano), Elephas maximus borneensis e Elephas maximus sumatranus. La prima è presente in Sri Lanka, la seconda in India, Nepal, Bhutan, Bangladesh e Pakistan. La terza è originaria del Borneo e l’ultima di Sumatra, Indonesia.
L’elefante asiatico può raggiungere un’altezza di 3 metri e un peso di 5 tonnellate. Ha una lunga proboscide, la testa è grande, le orecchie sono triangolari, il collo corto. Le zampe davanti sono più lunghe delle posteriori. La pelle è rugosa e grigio scura con peli radi. La coda è più di un metro e ha una ciocca di peli finale.
Questa specie di elefante vive in habitat distribuiti in 13 paesi del Sud e del Sud-Est asiatico. Gli habitat sono foreste umide, montagne, savane e regioni per metà aride. Gli elefanti asiatici vivono in clan composti da un minimo di 5 a un massimo di 20 femmine. L’organizzazione è matriarcale, e si comunica con una varietà di suoni e vocalizzazioni, ma anche con il contatto fisico della proboscide. La loro velocità massima è di circa 32 km/h.
Gli elefanti asiatici trascorrono dalle 16 alle 18 ore al giorno nutrendosi e cercando acqua. Sono animali erbivori. La loro dieta è composta per la maggior parte da legumi, graminacee, giunchi e palme, ma anche malve, betulle, bambù, canna da zucchero. I maschi per l’accoppiamento competono fra loro per conquistare le femmine. Le femmine sono in estro ogni 14/16 settimane per circa 3/7 giorni per far capire ai maschi che sono pronte per accoppiarsi.
I giovani maschi non sono pronti per l’accoppiamento, ma devono attendere la maturità per riprodursi. Il numero degli elefanti asiatici è a rischio di estinzione a causa della frammentazione degli habitat, del bracconaggio per l’avorio delle zanne. La perdita di habitat è portata dalla conversione delle foreste in terreni agricoli e dalla costruzione di infrastrutture come strade e dighe.