Decision to Leave l’ultimo film dell’acclamato regista sudcoreano Park Chan-Wook arriverà nelle sale italiane il 2 febbraio 2023. Si tratta di una nuova gemma del genere thriller psicologico che si incastona tra le più alte rappresentazioni del genere. Per il celebre regista sudcoreano Park Chan-wook, il processo dell’innamoramento assomiglia a un’indagine criminale: entrambi sono un tentativo di comprendere le motivazioni dietro le azioni di un’altra persona.
Il tortuoso dramma poliziesco di Park Chan-wook, Decision to Leave, è uno dei migliori film del 2023 (sì, a mani basse) ed è uno dei film più sofisticati che abbia mai realizzato. Riesce a distinguersi in una carriera che ha già prodotto una serie di film fantastici e memorabili, dal dramma politico Joint Security Area al thriller di vendetta Oldboy, per arrivare poi all’incredibile film d’epoca The Handmaiden.
Ma Decision to Leave è anche un film straordinariamente sottile. Analizzando il cinema, è stato subito chiaro che aveva racchiuso un simbolismo stratificato nei minuscoli dettagli del film, il genere di cose che è difficile cogliere, soprattutto a una prima visione – e per chi non parla coreano, forse impossibile da recepire.
Cerchiamo di svelarvi alcuni di quei piccoli dettagli del personaggio e di come li intendeva plasmare nella storia.
In Decision to Leave, il detective sposato e insonne Hae-jun (Park Hae-il, da Memories of Murder di Bong Joon-ho) indaga sull’espatriata cinese Seo-rae (Tang Wei, da Lust, Caution) dopo la morte del marito in quello che sembra un incidente escursionistico. Hae-jun è un uomo cauto, metodico e malinconico che si ossessiona all’infinito per i suoi cold case, e non riesce a dormire la notte perché pensa troppo a tutti i misteri che non ha mai risolto.
Seo-rae invece è una donna tranquilla che vede attraverso la sua maschera, cogliendo immediatamente altre sfumature. La relazione di Hae-jun con sua moglie sembra abbastanza solida e amabile, ma nonostante questo inizia rapidamente a innamorarsi di Seo-rae. Da parte sua, inizialmente, non sembra che stia cercando di sostituire suo marito defunto, e nel corso del film non è chiaro se la donna stia manipolando il detective, facendosi scagionare, o se alla fine lo stesso si stia invagendo della donna.
Proprio come un detective ha bisogno di prove per risolvere un caso, quando sei innamorato, sei anche costantemente alla ricerca di prove del fatto che questa persona ti ami o non ti ami. Sia per il detective che per l’innamorato, l’importante è liberarsi di ogni pregiudizio.
Di seguito il trailer del film pubblicato su YouTube:
Perché vedere Decision to Leave al cinema
La sua ultima fatica cinematografica, il thriller Decision to Leave, segue il detective Hae-jun (Park Hae-il) mentre indaga sulla morte apparentemente accidentale di un uomo. La moglie del defunto, Seo-rae (Tang Wei), ora vedova che dalla Cina è venuta a vivere in Corea del Sud, collabora alla sua inchiesta. Ma presto le loro interazioni andranno oltre il professionale e la loro reciproca attrazione mescolerà ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Famoso per l’abbagliante brutalità del suo seminale thriller di vendetta Old Boy e l’erotismo del suo lussureggiante The Handmaiden, Park sostiene che, qualunque sia il genere, tutti i suoi film sono storie d’amore. Con Decision to Leave mirava a sottintenderlo, ma non a esprimerlo apertamente.
Voleva fare un film che raccontasse una storia d’amore senza usare le parole ‘ti amo'”. Il genere del mistero, il canale scelto da Park questa volta, graffia un prurito esistenziale nella condizione umana.
Poiché le nostre vite traboccano di enigmi – il significato della nostra nascita, ciò che viene dopo la morte, perché le persone intorno a noi si comportano in quel modo – desideriamo una “certezza”.
Nel genere del mistero, gli autori tendono a dare la risposta alla domanda. Non alle domande personali, ma a quelle centrali della storia. Siamo sempre affamati di questo tipo di thriller perché le nostre domande non trovano mai una risposta completa e univoca.
Tuttavia, Decision to Leave è meno un whodunit che un whydunit: sebbene apprendiamo l’identità dell’autore, non siamo a conoscenza del ragionamento di quella persona. E questo è solo uno dei modi in cui Park sovverte o manipola i temi del genere.
Stanco di quanto siano diventati violenti i personaggi polizieschi nella cultura popolare, Park ha concepito Hae-jun come un’opportunità per rappresentare un funzionario la cui unica missione è servire il popolo con onore.
Se guardate ai classici film di Hollywood, i personaggi polizieschi in quei film sono molto diversi da quelli dei media contemporanei. Non c’era molta violenza in quei personaggi. Non solo nei film di Hollywood, ma nei film di tutto il mondo sui detective.
Ma il film non si concentra esclusivamente sui doveri professionali del suo protagonista maschile. Dopotutto, è anche una storia d’amore. Per Park, Hae-jun è stata la chiave per creare una storia unificata che collegasse il processo investigativo e il processo dell’innamoramento.
Non ci sono due tracce diverse in cui una è indagare sul sospetto e l’altra è incontrare la donna, è una traccia singolare in cui entrambe le storie vengono raccontate contemporaneamente. Non incontra la donna nel suo tempo libero.
Passione e lavoro poliziesco si intrecciano anche nella sottotrama che Park presenta come omaggio alle opere di Martin Beck e Ed McBain. Quando Hae-jun cerca di ridimensionare una situazione difficile con un delinquente che stava cercando, le sue chiacchiere terapeutiche per confortare il criminale fungono anche da rappresentazione dei suoi sentimenti nei confronti di Seo-rae.
E più Hae-jun entra nel mondo di Seo-rae, più indizi ci fanno sospettare che potrebbe morire proprio come i suoi due mariti.
Nonostante la sfida di creare un mistero ambientato nel nostro presente digitale, in cui i cellulari e le telecamere di sorveglianza a circuito chiuso hanno computerizzato gran parte del lavoro investigativo, Park alla fine ha deciso di non trasformare il film in un film d’epoca.
Avrebbe preferito di certo avere una carta di buona qualità con qualcuno che scrivesse con una bella calligrafia con la penna a inchiostro l’un l’altro. Ma se la storia fosse stata raccontata in questo modo, non avrebbe riflettuto la nostra società moderna e sarebbe risultata piuttosto forzata.
Il sesso e la violenza
Una cosa che ha sorpreso alcuni spettatori di Decision to Leave è quanto questa storia del crimine si concentri sul romanticismo. C’è stato un dibattito su quale etichetta di genere rientri Decision to Leave – se si tratta più di un poliziesco, un thriller, un mistero di omicidio o solo un dramma romantico con qualche omicidio.
Per Park, tuttavia, non c’è molto dibattito ed è questo uno dei motivi per cui ha ridotto gli elementi di nudità e violenza in questo film. Secondo lui nella maggior parte dei suoi lavori precedenti ci sono c’erano e ci sono sfumature romantiche, ma purtroppo le persone non sono state in grado di comprenderlo pienamente forse perchè la nudità e la violenza erano veramente esplicite, sbattute in faccia tanto da essere tutto ciò che viene ricordato quando gli spettatori escono dal cinema.
È per questo che, anche quando realizza un film romantico, le persone saranno focalizzate sull’erotismo piuttosto che sul romanticismo che invece avrebbe dovuto essere trasmesso. “Volevo staccarmi da quei giudizi errati, motivo per cui ho cercato di sbarazzarmi di quegli elementi in questo film.”
C’è poi una cosa importante riguardo Seo-rae che potrebbe non essere adatta a chi non parla coreano: nel corso del film tende a scusarsi per la sua mancata padronanza della lingua. A volte parla addirittura cinese al telefono, per poi farsi tradurre. Allo stesso tempo però, i sottotitoli in inglese la contraddistinguono come formale ed erudita, senza che nulla suggerisca che parli goffamente. Questo problema di localizzazione viene definito da Park come un errore che non si adatta bene alla traduzione.
La pronuncia coreana di Seo-rae è imperfetta, ma è abbastanza buona perché una persona coreana sia in grado di capire quello che sta dicendo. Quando invia un messaggio, ha la grammatica e l’ortografia migliori del suo parlato. Al contrario, il suo secondo marito ha un’ortografia e una grammatica terribili. Quando parla, inoltre, tutte le sue frasi sono quasi perfette.
In realtà sembra ancora più elegante di una persona coreana moderna, perché ha imparato il suo coreano attraverso i drammi d’epoca. È come una persona che cerca di imparare l’inglese attraverso la scrittura di Shakespeare.
Park inoltre ha sottolineato che chi parla coreano probabilmente penserà che Seo-rae suoni “un po’ strana”: questo in realtà è un processo messo in atto da Park che con il tempo porta ad un risultato alquanto particolare. Più la ascolti, più ti accorgi che il suo coreano è più accurato di quanto sembri, più elegante. Questo meccanismo porta lo spettatore a sentirsi un po’ dispiaciuto, o addirittura imbarazzato, per aver pensato al suo approccio alla lingua come goffo.
L’Amore e la violenza
Ci sono anche casi nel film in cui Seo-rae userà una parola particolare, ma in uno strano contesto. Quindi, quando qualcuno la sente, all’inizio potrebbe addirittura pensare ad un errore. Più viene ascoltato però, e più possono rendersi conto che in realtà c’è un nuovo significato in quella parola. Tutto questo processo di evoluzione del pensiero potrebbe essere difficile da ottenere attraverso i sottotitoli, ma sono sicuro che anche tutti voi avete avuto un’esperienza simile ascoltando uno straniero che cercava di parlare inglese, non suonando del tutto corretto.
Decision to Leave è stato un successo in Corea, si è piazzato in cima al botteghino quando è stato rilasciato all’inizio del 2022 e si è classificato tra i primi 10 successi al botteghino coreano di tutti i tempi.
Ma Park afferma che la sceneggiatura pubblicata è anche un bestseller, il che ha dato a più persone la possibilità di studiare come Seo-rae scrive e parla. Il suo uso classico del coreano è diventato una nuova tendenza.
Invece, il regista ha abbracciato la modernità, escogitando un nuovo approccio ai messaggi di testo sullo schermo – un’inquadratura del dispositivo con il testo in primo piano e il volto della persona all’altro capo della conversazione sullo sfondo – che non ha un esatto corrispondente nella vita reale.
Quando il personaggio maschile sta scrivendo, i suoi occhi non sono effettivamente sul telefono ma sono sulla donna. Ecco perché, nonostante l’uso della tecnologia moderna, si percepisce che queste scene sono ancora più romantiche che scrivere lettere in un’ambientazione dell’era vittoriana.
L’interazione di due voci è intessuta nel processo creativo di Park: da Lady Vengeance del 2005, ha collaborato con Jung Seo-Kyoung a tutte le sue sceneggiature.
Reclutarla, dice, è una delle migliori decisioni che ha preso nella sua carriera. Poiché si siedono per mettere insieme ogni singola lettera sulla sceneggiatura, Park vede i loro contributi individuali alla narrazione come quasi indistinguibili.
Voleva qualche cambiamento nei suoi lavori per lo più incentrati sugli uomini, motivo per cui aveva bisogno di una co-sceneggiatrice donna. La femminilità è qualcosa che è difficile da spiegare, ma si può sentire nei lavori da quando hanno iniziato a lavorare insieme come una squadra.
Sebbene la coppia abbia tradizionalmente evitato di scrivere con in mente un casting specifico, mentre l’idea di questo seducente mistero di omicidio nasceva nelle loro menti, Park ha chiesto a Jung di immaginare l’attore Park Hae-il come un esempio del tipo di uomo che è il detective Hae-jun, anche se non avevano alcuna intenzione concreta di dargli la parte.
Per dirla in termini amichevoli con Hollywood, Park descrive Park Hae-il come “il James Stewart della Corea”. Park e Jung hanno anche immaginato il personaggio della vedova come una donna cinese proprio per poterla far interpretare da Tang, che entrambi avevano amato da quando l’avevano vista in Lust, Caution di Ang Lee. Fortunatamente, entrambi gli artisti hanno firmato per il progetto all’inizio dello sviluppo
Per la prima volta nella sua carriera di regista, ha scelto i suoi due attori principali prima di iniziare a lavorare alla sceneggiatura. Il background di Seo-rae attinge alla complessa storia tra Cina e Corea.
Ha anche offerto a Park un’altra opportunità di sperimentare la tecnologia moderna in una storia d’amore vecchio stile: Park fa uso di questa specifica sfida nella comunicazione attraverso le app di traduzione. Anche se il coreano di Seo-rae è eccezionale, ogni volta che ha troppo da dire o desidera dirlo velocemente, lo dice in cinese affinché un’app di traduzione trasmetta il suo messaggio a Hae-jun. Questo lo frustra perché il tono e l’emozione delle sue parole si perdono nella piatta voce digitale.
Sia Hae-jun che il pubblico devono ripensare a pochi istanti prima e ricordare il tono e la faccia che aveva quando parlava. Devono estrarre quelle immagini dalla loro testa e combinarle con il contenuto di ciò che l’app sta dicendo.
Crede che questo sia un nuovo modo di guardare i film che non era mai stato provato prima in altre pellicole.
Mentre Decision to Leave ha girato il mondo da quando è stato presentato in anteprima a maggio al Festival di Cannes, dove Park ha vinto il premio per il miglior regista, l’esperto maestro sudcoreano si è imbattuto in una scrittura che paragona il suo mistero sensuale al lavoro di Alfred Hitchcock.
Vertigo è il film che gli ha fatto desiderare di diventare un regista. Come qualcuno che non è andato alla scuola di cinema, Hitchcock era la sua scuola di cinema. Quell’influenza esiste sicuramente, ma non ha pensato a Vertigo quando ha scritto Decision to Leave.
Nello sforzo di reinventare gli ornamenti delle tradizioni cinematografiche da cui sta prendendo in prestito piuttosto che farne a meno del tutto, Park sente di esserci riuscito in gran parte, specialmente come conclude l’intensa e pericolosa storia d’amore dei suoi personaggi.