Oggi sempre più individui temono di affrontare il dolore e il malessere, ecco che usano questa motivazione per allontanarsi dalla decisione di cambiamento. Ciò può portare a scacciare le emozioni personali, quasi facendo finta di non sentirle. Questo avviene con l’attivazione di meccanismi di difesa.
Se la paura è vissuta in condizioni normali, allora può essere funzionale. Se invece si trasforma nel dolore di qualcosa già avvenuto o nel timore di accadimenti futuri, allora può diventare ostacolo per un sano cambiamento. Un incremento verso sentimenti di inferiorità e inadeguatezza, diventando un sintomo patologico. Cambiare non significa ignorare o nascondere la sofferenza, ma vuol dire affrontare in modo diretto il dolore personale. Un modo per valutare, comprendere, esaminare, farsi domande e poi perdonare noi stessi. Accettare il passato per andare verso il futuro.
Se non ci consideriamo più individui liberi in grado di guidare noi stessi verso crescita e sviluppo personale, allora significa che abbiamo un blocco. Questo non ci consente di affrontare la vita e ci impedisce di cambiare. L’unica resistenza che ci poniamo siamo noi stessi. Se da piccoli non eravamo capaci di scegliere con giudizio, ora lo siamo, ne abbiamo la responsabilità e possibilità. Siamo noi ad avere le redini del cambiamento, tocca a noi decidere come usarlo.