Dimissioni in forte aumento: un milione e 660mila nei primi nove mesi del 2022.Tra le cause ci sono la scelta volontaria di cambiare il proprio impiego e anche la scadenza dei contratti a termine. Cosa spinge i lavoratori italiani a lasciare il lavoro nel bel mezzo della crisi economica? Un fattore importante è la ricerca di un lavoro che sia meglio a livello economico con l’opportunità di fare carriera. 

Secondo un’importante statistica tra mille candidati il 23% lo ha fatto per la mission e i valori aziendali, l’11% per formazione. Una percentuale consistente è anche quella che si pente dopo aver dato le dimissioni.

 

Il fenomeno delle grandi dimissioni può avere spiegazioni molto differenti: da un lato può positivamente essere legata alla volontà, dopo la pandemia, di scommettere su un posto di lavoro più soddisfacente o più ‘agile’, dall’altro però, soprattutto per chi non ha già un altro lavoro verso il quale transitare, potrebbe essere legato a una crescita del malessere dovuta anche ad uno scarso coinvolgimento e ad una scarsa valorizzazione professionale da parte delle imprese.

Tania Scacchetti della Cgil

 

 

La prima emergenza per l’Italia sarebbe ristrutturare del tutto il mercato del lavoro, è indietro rispetto al resto d’Europa. Se gli altri paesi aumentano i salari minimi, l’Italia non lo fa. C’è chi sperimenta la riduzione del tempo di lavoro, mentre l’Italia organizza turni più lunghi e duri da affrontare. Se gli altri paesi cercano prospettive d’occupazione stimolanti e stabili, l’Italia incentiva il precariato selvaggio.