L’approccio dei bambini con il cibo attraverso il gioco e il divertimento permette di fargli apprezzare maggiormente gli alimenti. Uno studio ha analizzato 99 bambini nel Lazio in età scolare. L’obiettivo era esaminare i mutamenti delle loro abitudini alimentari nel corso e dopo la pandemia da Coronavirus. 

Il 70% dei partecipanti non ha cambiato le sue abitudini alimentari, solo alcuni sottogruppi hanno aumentato il consumo di frutta, verdura e legumi. L’impatto sulla sedentarietà ovviamente è aumentato di netto durante il Covid-19. Il fenomeno più interessante è stato notare che il 39,4% dei bambini studiati sono stati coinvolti nella preparazione dei pasti. Aumentato anche il numero dei bambini che ha condiviso tutti i pasti con la famiglia. Infatti, i pasti consumati in ambito familiare sono cresciuti.

La condivisione dei pasti risulta legata soprattutto a scelta di verdure e legumi. Il 95% dei bambini ha consumato di più tali alimenti effettuando entrambi i pasti principali in famiglia. Il 35% dei casi ha rivelato che ne consumavano di più rispetto a prima della pandemia. I genitori devono aiutare i bambini ad apprezzare maggiormente il cibo. Se i cibi meno graditi vengono invece impiattati o mascherati con piccoli accorgimenti, allora i bambini riusciranno a gradirli o a tentare di approcciarvisi.

 

Una delle cause del basso consumo di frutta e verdura nei bambini potrebbe essere la neofobia alimentare definita come la riluttanza a mangiare cibi nuovi o sconosciuti: un comportamento molto comune tra i bambini con un ben definito esordio ed evoluzione. Il nostro studio dimostra come le strategie educative adottate dal genitore al momento del pasto possano influenzare in modo determinante le abitudini alimentari e il livello di neofobia del bambino.

Umberto Scognamiglio, ricercatore CREA Alimenti e Nutrizione che ha coordinato lo studio