Secondo un articolo pubblicato oggi su Environmental Science & Technology, un nuovo approccio può aiutare i governi e le imprese a eliminare le sostanze chimiche nocive dall’uso e dall’esposizione quotidiana. Si tratta di un concetto semplice, ma che si discosta drasticamente dallo status quo della gestione delle sostanze chimiche negli Stati Uniti e in Canada. Gli autori formulano raccomandazioni per l’attuazione di questo approccio a beneficio della salute pubblica, dell’ambiente e dell’economia. Gli autori sostengono l’utilizzo di un “approccio di uso essenziale” per accelerare e rendere più efficiente l’eliminazione delle sostanze chimiche dannose dal mercato. “Negli Stati Uniti e in Canada, la maggior parte delle sostanze chimiche non è valutata prima dell’uso”, ha dichiarato Carol Kwiatkowski, coautrice e scienziata del Green Science Policy Institute. “Una volta che si sospetta che una sostanza chimica possa causare danni, possono passare decenni prima che vengano introdotte delle restrizioni. A quel punto, la sostanza chimica viene spesso sostituita con un’altra simile che richiede anni per essere regolamentata. L’approccio dell’uso essenziale è una strategia più efficiente per minimizzare il rischio prima che si verifichi un danno”.
L’approccio stabilisce che le sostanze chimiche che destano preoccupazione devono essere utilizzate solo quando l’uso di tali sostanze in un prodotto è “necessario per la salute, la sicurezza o è fondamentale per il funzionamento della società” e quando non sono disponibili alternative praticabili. L’idea ha origine nel Protocollo di Montreal, ma è stata più recentemente adattata da un gruppo internazionale di scienziati nell’approccio proposto per la gestione dell’intera classe di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS, chiamati anche “sostanze chimiche per sempre” data la persistenza ambientale e la possibilità di accumularsi negli organismi, nei quali bioaccumulano per periodi prolungati). Nel 2020, l’UE ha approvato questo approccio nella sua Strategia sulle sostanze chimiche per la sostenibilità, chiedendo l’eliminazione graduale di tutti i PFAS e delle altre sostanze chimiche più dannose, ad eccezione degli usi ritenuti essenziali per la società. Questo approccio ha riscosso un certo successo in alcuni Stati americani. Nel 2021 lo Stato americano del Maine ha vietato l’uso dei PFAS in tutti i prodotti entro il 2030, tranne nei casi in cui lo Stato stabilisce che l’uso è “attualmente inevitabile”. Altri Stati americani stanno vietando l’uso dei PFAS in prodotti specifici. Gli autori raccomandano che i governi e le imprese degli Stati Uniti e del Canada passino completamente all'”approccio dell’uso essenziale”, definendo le sostanze chimiche che destano preoccupazione. Per stilare questa classificazione hanno utilizzato un’ampia gamma di criteri
- Definire le sostanze chimiche che destano preoccupazione utilizzando un’ampia gamma di caratteristiche di pericolosità;
- Accelerare le decisioni sull’uso delle sostanze chimiche che destano preoccupazione ponendo la più semplice delle tre domande:
1) La funzione della sostanza chimica è necessaria per il prodotto?
2) L’uso della sostanza chimica è l’opzione più sicura possibile?
3) L’uso della sostanza chimica è giustificato perché il suo impiego nel prodotto è necessario per la salute, la sicurezza o il funzionamento della società? - Applicare l’approccio dell’uso essenziale fin dalle prime fasi del processo di sviluppo, uso e gestione delle sostanze chimiche che destano preoccupazione;
- Sostenere le decisioni coinvolgendo diversi esperti e condividendo le informazioni necessarie per identificare gli usi essenziali.
Questo approccio, effettivamente, è quello che più somiglia alle valutazioni del rischio che si portano avanti degli organi scientifici di cui si serve l’Europa con le sue Autorità di controllo. Speriamo di essere un buon esempio anche oltreoceano.
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Balan et al. (2023) Optimizing Chemicals Management in the United States and Canada through the Essential-Use Approach. Environ. Sci. Technol. https://doi.org/10.1021/acs.est.2c05932