Il Comitato permanente dell’Assemblea del Consiglio d’Europa evidenzia che l’approccio terapeutico dell’ADHD deve essere a livello mondiale. Il metilfenidato, l’atomoxetina e la lisdexamfetamina sono i farmaci più usati per questo tipo di disturbo. Uno dei suoi sintomi è l’iperattività motoria e cognitiva, la cui incidenza è aumentata a causa della pandemia di Coronavirus.
Per chi invece deve avere ancora una diagnosi di ADHD la prescrizione degli psicofarmaci è controindicata. Allo stesso modo nei bambini sotto i 5 anni di età. In Spagna, ad esempio, ci sono nuovi interventi nell’ADHD. Si tratta di un protocollo di intervento cognitivo-comportamentale per i genitori di bambini con ADHD. Educare i genitori significa lavorare molto intensamente sulle caratteristiche cliniche del bambino, educare con più successo promuovendo relazioni sociali più soddisfacenti. Un programma attraverso modelli comportamentali, giochi di ruolo, prove a casa o istruzioni pedagogiche.
In caso di diagnosi di ADHD si usa il protocollo PSICOHAEM/VAR che è diviso in due parti. La prima parte, PSICOHAEM, è il trattamento che ricevono i genitori. Poi il VAR è più focalizzato sui bambini con ADHD. È un programma suddiviso in 12 sessioni di 90 minuti e per 3 mesi. Il trattamento quindi è doppio per genitori e figli. I problemi dei bambini sono spesso contestuali. Le variabili dell’ambiente in cui vive il bambino quindi acquistano un ruolo primario.
- Diagnosi di ADHD: nuovi interventi (lamenteemeravigliosa.it)