Il prezzo medio della benzina servito è salito a 1,965 euro al litro, mentre quello del diesel a 2,023 euro. Il mancato rinnovo al taglio delle accise ha fatto balzare al rialzo i prezzi alla pompa. L’Italia è tornata fra i paesi più cari d’Europa sul fronte carburanti. 

Ora l’obiettivo del governo Meloni è fare il punto e valutare ogni azione di contrasto alle speculazioni in corso sui prezzi dei carburanti. Per il gasolio in autostrada si spendono 1,963 euro al litro per il self e 2,223 per il servito.

 

Il pieno di benzina costa 8,9 euro in più rispetto a quanto costava a fine dicembre, cioè 214 euro per automobilista all’anno. L’Unione nazionale consumatori parla poi di un aumento di 9 euro e 15 centesimi per un pieno da 50 litri.

Codacons in una nota

 

 

Si parla di possibili speculazioni sui prezzi carburante, perché la finanza con un monitoraggio da marzo a dicembre 2022 ha riscontrato ben 2.809 violazioni contestate. Ciò in relazione all’andamento dei prezzi nella variazione delle aliquote di accisa, controllando l’effettiva attuazione degli sconti decisi nel tempo dall’esecutivo. Di questi 2.809, ce ne sono 717 riguardanti proprio la mancata esposizione e/o difformità dei prezzi di diesel, gas e benzina verde.

Prezzi praticati rispetto a quelli indicati. Le restanti violazioni sono associate all’omessa comunicazione dei prezzi al Ministero delle imprese e del made in Italy. In verità a incidere sui prezzi in aumento è la decisione del governo Meloni di eliminare lo sconto di 18,3 centesimi al litro sulle accise. Se i prezzi sono di nuovo saliti è dovuto all’aumento inevitabile e atteso del valore delle accise.