L’anoressia è un disturbo del comportamento alimentare facente parte dei disturbi mentali. Ci sono però alcune caratteristiche nelle donne anoressiche che si possono riscontrare nell’autismo. Tali caratteristiche sono difficoltà di metacognizione, nel processo delle emozioni e rigidità cognitiva.
La rigidità e l’inflessibilità cognitiva sono due fattori che regolano il rapporto tra autismo e restrizione alimentare. In precedenti studi i sintomi dell’alimentazione restrittiva in pazienti autistici si sono presentati diversamente rispetto a quelli delle pazienti anoressiche. Un altro studio ha indagato sulle esperienze personali di pazienti, genitori e clinici. Alle pazienti sono state poste domande relative all’esperienza personale e ai fattori che hanno influenzato il loro comportamento alimentare. Ai loro genitori invece è stato chiesto di descrivere i fattori influenzanti il comportamento delle figlie.
Sul fronte dei trattamenti, le pazienti hanno evidenziato un’insoddisfazione, perché vengono curate per l’anoressia, ma il problema è un altro. I clinici invece non si sentono all’altezza nella loro formazione in materia. La sensibilità sensoriale è fondamentale nei sintomi dell’autismo. Infatti, una percezione alterata porta a manifestare alti livelli di ansia e comportamenti disfunzionali. Tra le problematiche riscontrate ci sono:
- emotività negativa rispetto a stimolazioni tattili, uditive e visive
- sensibilità specifica per alcune caratteristiche del cibo
- sensazioni interne: le pazienti appaiono ipersensibili o iposensibili
Alcune pazienti hanno difficoltà di socializzazione e usano l’alimentazione come strategia per lottare contro stati d’umore spiacevoli. Non mangiano a scuola perché si sentono travolte dagli stimoli sensoriali e non hanno nessuno con cui sedersi a fianco. I clinici hanno riferito che le pazienti autistiche sono meno portate al confronto del loro aspetto fisico. Sono quindi meno competitive e orgogliose nel momento in cui perdono peso. Ecco che le pazienti autistiche si sentono meno comprese quando vengono accusate che il loro comportamento sia guidato dall’immagine fisica.
Le pazienti con autismo non riescono a comunicare le loro emozioni e così attuano i comportamenti del disturbo alimentare per sopprimere gli stati d’umore spiacevoli. I clinici affermano invece che un controllo sopprime la loro ansia e paura di vita, l’unico ambito in cui hanno pieno controllo è il cibo. Tali pazienti presentano tipologie di pensiero disfunzionali. Ad esempio, il non trovare delle sfumature, l’interesse ossessivo e intenso nella routine relativa al cibo. Anche il pensiero rigido che non le fa staccare dalla loro quotidianità. Insomma, sentono un forte bisogno di controllo e prevedibilità.
In sintesi, l’autismo porta ad avere una restrizione attraverso una via diretta e una indiretta. Nella prima c’è il rischio di usare un’alimentazione restrittiva. In quella indiretta la restrizione alimentare viene usata come strategia maladattiva per superare le conseguenze emotive negative. In conclusione, l’anoressia nervosa nei pazienti autistici sembra essere correlata a difficoltà sensoriali, sociali, di relazione, emotive, cognitive e di controllo. L’anoressia potrebbe essere un sintomo di presentazione della sindrome autistica.