La Val d’Agri si trova in una delle aree più a rischio terremoto in Italia. Nel dicembre 1857 una scossa di magnitudo M7, che è ancora oggi considerata uno dei più grandi eventi sismici italiani, ha colpito la Val d’Agri e il Vallo di Diano. Per questo motivo, la combinazione tra la grande pericolosità sismica e l’intenso interesse da parte dell’industria dei giacimenti di idrocarburi presenti nella regione ha portato alla creazione di un sistema di monitoraggio geofisico all’avanguardia. Tale sistema è tra i più avanzati del nostro paese ed è in grado di garantire un elevato livello di sicurezza.
I ricercatori dell’INGV hanno scoperto che la sismicità nell’area osservata è rimasta coerente con gli anni precedenti e che i dati geodetici di alta precisione, effettuati durante la sperimentazione, hanno confermato che il campo di velocità locale si è allineato a quello regionale, riflesso della distensione tettonica appenninica in corso. Inoltre, i risultati ottenuti hanno dimostrato che i livelli di deformazione del suolo non hanno subito variazioni significative durante tutto il periodo e che le pressioni di poro sono state monitorate costantemente. Questo ha contribuito a garantire una maggiore sicurezza in termini di protezione ambientale. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha proposto che la Val D’Agri diventi uno dei quattro siti pilota per testare gli Indirizzi e Linee Guida (ILG), che definiscono le modalità di monitoraggio da attuare al fine di garantire la sicurezza nelle aree interessate da attività antropiche.