Finalmente dopo tante speculazione ed un uscita in anteprima in cinema selezionati, ecco che debutta su Netflix Glass Onion, il sequel di Knives Out scritto e diretto ancora una volta da Rian Johnson. La saga mystery che ha debuttato al cinema nel 2019, poco prima dello scoppio della pandemia, torna, questa volta, sul piccolo schermo. La casa è Netflix e il budget è ancora più esoso della pellicola precedente, devo amerete che si vede tutto. Le location esotiche della Grecia e il lusso sfrenato non mancano, la storia appare apparentemente semplici e dalla facile risoluzione ma in realtà vi accorgerete presto che è molto più complessa del previsto. La risoluzione del grottesco caso si rivela più sorprendete e stratificata del previsto. Rian Johnson è pronto a stupirci con una scrittura brillante, sagace e irriverente. Daniel Craig si riconferma perfetto nel ruolo del bizzarro ma geniale detective Benoit Blanc. Se avete amato Knives Out sono certa che apprezzerete anche Glass Onion, badate bene: la nuova pellicola di Johnson è diversa sotto più profili rispetto alla precedente ma ugualmente brillante. La risoluzione del mistero non è così prevedibile come potrebbe sempre ed i colpi di scena sono dietro l’angolo.
Prima di parlarvi nel dettaglio del film ci tenevo a precisare che potete tranquillamente vedere Glass Onion anche se non avete mai visto Knives Out. I due film sono indipendenti per trama e personaggi. L’unico collegamento è rappresentato dal detective interpretato da Daniel Craig, Benoit Blanc. Non sono presenti collegamenti col primo film quindi non vi rovinate in alcun modo la pellicola se prima non avete visto il film precedente. Ad ogni modo trovate Knives Out (Cena con Delitto Knives Out il titolo italiano) disponibile sul catalogo Netflix Italia quindi se fossi in voi approfitterei dell’occasione per recuperalo.
Prima di addentrami nella recensione e nell’analisi di Glass Onion, come sempre, ecco il trailer del nuovo film mystery di Netflix.
Glass Onion: il colpo di genio si ripete
Devo confessarlo i primi 40 minuti di Glass Onion mi hanno lasciata interdetta, in negativo. Il film prometteva di partire col botto ma col botto ma così non è stato, anzi. I primi 40 minuti di Glass Onion sono soltanto l’antipasto del vero mistero che ci cela dietro al nuovo film di Rian Johnson. Se Knives Out sorprende e stupisce fin dall’inizio, Glass Onion impiega il primo atto per preparare il terreno allo scoppiettante secondo tempo.
Il Glass Onion scopriamo fin da subito chi è l’uomo che purtroppo ha lascito le penne, colui che è stato sacrificato affinché il film avesse una storia; in Glass Onion, invece, l’attesa sarà lunga anche solo per scoprire chi tra la banda di amici disconnessi sarà il defunto.
La storia è semplice, i legami tra in personaggi sono molto più semplici rispetto a quanto ci viene inizialmente presentato. Il motivo per cui all’inizio sembra tutto così nebuloso è dovuto al fatto che noi spettatori non conosciamo nulla del passato dei vari sospettati, o meglio non conosciamo nel dettaglio i legami che li hanno unititi inizialmente ed il vero motivo per cui sono così profondamente ed indissolubilmente legati al protagonista interpretato da Edward Norton.
Come vi accennavo la trama non ingrana nei primi 40. Il nuovo caso sembra non sussistere nemmeno. Benoit Blanc è solo, immerso nella calde acque della sua vasca da bagno durante la pandemia. Si, l’interno arco narrativo di Glass Onion si ambienta nel 2020, in pieno lockdown. Ho trovato geniale per la trame e utile a far immedesimare lo spettatore la scelta di collocare il film nel periodo più intenso pandemia da Covid 19. I protagonisti della storia, così come noi, nel 2020 erano rintanati nelle loro dimore e cercavano, chi più e chi meno, di portare avanti le loro attività al meglio. Peccato che i personaggi di Glass Onion abbiano avuto più fortuna (forse) di noi: ai vari protagonisti viene recapitato uno speciale scatolone di legno da aprire risolvendo intricati enigmi per poi trovare all’interno l’invito esclusivo ad un weekend da sogno in un isola private situata in Grecia. L’invito arriva inspiegabilemente, al meno all’inizio, anche al detective Benoit Blanc che non vede l’ora di risolvere un nuovo caso, essendo ormai stufo di restare privo di misteri da risolvere a causa della pandemia. Così tutti gli inviatati si riuniscono nella lussuosa villa di Miles Bron, miliardario e finanziatore dei membri della vacanza. Di tutti i componenti della squadra riunita nella villa Glass Onion. Il nome della tenuta non è casuale. La cupola di ghiaccio che sovrasta l’intera struttura è a forma di cipolla ed è di finissimo e ricercato vetro, sembra davvero di cristallo.
Il personaggio che più di tutti mi ha convito è interpretato da Janelle Monáe, magnifica e sorprendete. L’attrice di Moonlight è stupenda: brava a calarsi nel complicato e inizialmente non troppo simpatico ruolo e abile a cambiare volto. La Monàe da sola sovrasta tutti gli altri personaggi, semplici macchiette a servizi della storia e privi di una vera caratterizzazione. Il resto dei personaggi possono essere semplicemente riassunti con l’aggettivo di avidi. Sono estremamente attaccati al denaro, una volta ottenuto il successo economico o di popolarità che speravano di meritare non esistano a chiedere sempre di più. Il personaggio della Monáe, invece, è diverso: emerge per l’ingegno, la forza d’animo e l’indipendenza. Andi è da sola contro tutti gli invitati e il proprietario. È sola ed isolata e nonostante tutto non ha esitato ad imbarcarsi in questa nuova avventura. Ovviamente, come capirete presto, ha un unico obiettivo: scoprire la verità, quella che si nasconde dietro le maschere dei suo ormai ex amici.
Il resto del cast non emerge per particolare o lodevoli capacità interpretative. Ho apprezzato la performance di Kathryn Hahn, sempre puntuale e gradevolmente comica e raffinata. Nulla da dire nemmeno per quanto riguarda Madelyn Cline, purtroppo sacrificata nel ruolo della fidanzata utilizzata per scopi personali. Purtroppo decisamente eccessiva e macchiettista è stata l’interpretazione di Edward Norton, a mio avviso la peggiore del film.
Nel film di Rian Johnson nulla è lasciato al caso, anzi tutto è stato studiato nei minimi dettagli e ve ne accorgerete nel secondo atto di Glass Onion.
La trama vera e propria, il mistero parte quanto termina la farsa. Quando il finto omicidio del proprietario della reggia, organizzato dallo stesso imprenditore, viene risolto ha inizio il dramma vero. Uno degli inviatati muore in maniera troppo sospospetta per trattarsi di una futile casualità. No si tratta di omicidio e il detective Benoit Blanc è pronto a scoprire chi è l’assassino. Onestamente ho intuito subito la causa del decesso e ho persino compreso le modalità dell’omicidio, perciò temevo che il film si rivelasse un autentico disastro. Invece proprio mentre mi stavo mettendo l’anima in pace pronta a sorbirmi le prossimo ora in panciolle il film ha preso una strada imprevista ed imprevedibile. Grazie alla narrazione non lineare Rian Johnson ci porta indietro nel tempo e ci rivela che tutto a cui stavamo assistendo era una farsa. Pian piano Johnson mostra allo spettatore il passato dei suoi personaggi, i legami che li hanno inizialmente uniti e ciò che li spinge a restare fedeli a Miles Bron, nonostante tutto. La semplicità dell’inizio cede il posto ai sotterfugi, ai legami complessi e stratificati ed ai complotti orchestrati per fini personali. Non c’è spazio per il lavoro di squadra, almeno per la bande dei “disgregatori”. Ognuno punta al suo obiettivo personale e per realizzarlo occorro i finanziamenti che solo Miles Bron può fornire.
Quando parliamo di amicizie di comodo ci riferiamo esattamente alle relazioni rappresentate in Glass Onion.
Se inizialmente la pellicola vi appare come una brutta copia sbiadita di Knives Out dovete solo concedergli il tempo necessario per mostrarsi al meglio. Glass Onion saprà sorprendervi.
I dettagli fanno la differenza
Il secondo film della saga di Knives Out è per struttura geniale quanto il primo. Rian Johnson si riconferma un abile sceneggiatore esperto nell’arte del dettaglio. Fin dai primissimi minuti semina indizii: parole e oggetti non sono stati inseriti in maniera casuale nella sceneggiatura ma servono per istruire lo spettatore e renderlo partecipe della risoluzione del caso. Benoit Blanc non è il solo investigatore in Glass Onion. Lo spettatore da solo ha tutti gli strumenti per risolvere il caso, basta prestare attenzione ai minimi particolari.
Glass Onion non è solo un nome scelto per il titolo del film e che strizza l’occhio ad una celebre canzone dei Beatles ma è una chiara metafora della stratificazione della storia e delle sfaccettature dei personaggi. Per stessa ammissione di Benoit Blanc gli invitati hanno più facce, sono rivestiti da maschere che utilizzano all’occorrenza per ottenere ciò che vogliono. Come una cipolla il detective di Knives Out rimuove i vari strati della trama e svela il vero volto dei protagonisti.
Non mancano i cameo. Glass Onion è ricco di personaggi popolari nel mondo del cinema, e non solo, che fanno un piccolo cameo sotto varie vesti. C’è chi si è presentato sul set in carne ed ossa, chi ha registrato clip davvero su zoom e chi è presente per pochi secondi tramite un disegno. Tutte le star coinvolte nei vari cameo sono famosissime, impossibile non riconoscerle.
Daniel Craig: un detective alternativo perfetto
Forse alcuni conoscono Daniel Craig soltanto per il ruolo di James Bond nell’ultima e fortunata saga di 007. Mi spiace deludere chi pensa che Craig sia perfetto solo per interpretare ruoli fisici o da maschio alfa. L’attore con il codice speciale più famoso dell’MI6 è perfetto anche nel ruolo del bizzarro investigatore privato di Knives Out.
L’umorismo inglese di Craig emerge con prepotenza in Glass Onion. È raffinato, mai sopra le righe e sempre brillante. Benoit Blanc è sagace, autocritico e incredibilmente diventante. Non ha peli sulla lingua e non teme di ferire il prossimo a colpi di parole oneste. È perspicace, ingegnoso e sempre pronto a scovare i dettagli più nascosti. Inutile dire che un personaggio così mancava al nostro cinema e finalmente l’abbiamo avuto. Il genere giallo con Knives Out ha ricevuto una nuova linfa vitale e gran parte del merito va attribuito al suo protagonista. Benoit Blanc è il fil rouge che lega i vari capitoli della saga in sorta di dinamica alla Agatha Christie con il suo Poirot. Benoit Blanc è probabilmente il Poirot moderno, questo spiega i motivi che si legano dietro il successo delle pellicole di Johnson e l’insuccesso di quale di Branagh. La comicità moderna e grossolana ma pur sempre raffinata vince sul classicismo.
La saga non si ferma qui
Come vi ho accennato anche in precedenza, Glass Onion è il secondo capitolo della saga mystery di Netflix diretta e scritta sempre da Rian Johnson. Il franchise ha fatto il suo esordio al cinema nel 2019 ma poco dopo è stato acquisto da Netflix che ha tutte le intenzioni di puntare forte sul prodotto. Infatti non so se lo sapevate ma Rian Johnson sta già lavorando al terzo capitolo della saga? Parlando a Deadline il regista Rian Johnson ha dichiarato su Knives Out 3:
“Posso dire che è interessante il modo in cui abbiamo strutturato l’accordo con Netflix, perché se volessi fare un altro film avrei già questa possibilità. In molti potrebbero pensare che abbia già in mente tante idee per provare a fare altro, ma in realtà ciò su cui da un paio di mesi sto ragionando è il terzo film di Knives Out. E sto iniziando a concentrarmi proprio su questa cosa. E non è perché abbia degli obblighi contrattuali, ma semplicemente perché si tratta dell’oggetto prezioso che ho sotto il naso ora come ora. Sto cercando di comprendere come potrei renderlo completamente diverso rispetto a questo secondo capitolo, e rispetto al primo lungometraggio.”
Sicuramente non vedremo il film nel futuro immediato, dovremo attendere almeno il 2025 ma già sapere che la serie di film mystery è destinata a proseguire penso che renderà molto felici i fan del franchise.
Vi lascio qualche dettaglio tecnico di Glass Onion:
Dopo “Cena con delitto – Knives Out”, una nuova indagine coinvolge il detective Benoit Blanc (Daniel Craig), che in Grecia è alle prese con un complicato mistero e stravaganti sospettati. Il magnate della tecnologia Miles Bron (Edward Norton) ha invitato i suoi più cari amici sulla sua isola privata, ma quello che sembrava un paradiso terrestre si è rivelato molto diverso. C’è un cadavere, e Blanc dovrà scoprire chi ha le mani sporche di sangue…
La pellicola, diretta come la precedente da Rian Johnson, vede nel cast anche Janelle Monáe, Kathryn Hahn, Leslie Odom Jr., Jessica Henwick, Madelyn Cline, Kate Hudson e Dave Bautista, nonché alcuni camei illustri, come quello di Angela Lansbury. Il debutto nei cinema è avvenuto in Italia lo scorso 23 novembre mentre l’esordio in esclusiva su Netflix è fissato per il 23 dicembre.
Sequel diretto del capitolo precedente, si tratta di un vero e proprio giallo deduttivo in stile Agatha Christie, con un investigatore eccentrico quanto ispirato che si ritrova ad affrontare un caso inaspettato e singolare. Il precedente film vantava un’altra caratteristica del genere: un cast corale di personaggi eterogenei che comprendeva, in quel caso, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Toni Collette, Don Johnson, Michael Shannon, Lakeith Stanfield, Katherine Langford, Jaeden Martell e Christopher Plummer.
In Glass Onion il detective Benoit Blanc si reca in Grecia, per indagare su un mistero che coinvolge un nuovo gruppo di personaggi unici. In Knives Out 2 ci saranno Kate Hudson, Leslie Odom Jr. (One Night In Miami), Kathryn Hahn (WandaVision), Dave Bautista (Army of the Dead), Edward Norton (The Incredible Hulk), Janelle Monae (Antebellum) e Daniel Craig (Not Time to Die) che ritornerà nei panni del protagonista Benoit Blanc. Rian Johnson dirigerà e scriverà il lungometraggio, e farà da produttore assieme a Ram Bergman.
Se avete amato Knives Out sono certa che apprezzerete anche Glass Onion, badate bene: la nuova pellicola di Johnson è diversa sotto più profili rispetto alla precedente ma ugualmente brillante. La risoluzione del mistero non è così prevedibile come potrebbe sempre ed i colpi di scena sono dietro l’angolo.
- Irriverente e brillante quanto il primo
- Danile Craig si riconferma perfetto nel ruolo
- Colonna sonora puntale
- Grottesco al punto giusto, sempre elegante
- Forse la trama ingrana dopo troppo tempo