L’industria soffre con i prezzi del gas in aumento, anche i costi di credito stanno balzando. Il Btp ha visto impennare il rendimento e lo spread che è arrivato oltre 210 punti. Ecco che entra in scena il termine stagnazione, che indica un’economia che si ferma. Produzione e reddito nazionale sono immobili. L’Italia quindi finirà il 2022 in stagnazione?
Il prezzo del gas sta di nuovo salendo e il caro-energia accresce i costi ormai da 12 mesi, mitigato, solo in parte, dagli interventi del Governo; l’inflazione ai massimi e persistente frenerà i consumi; il rialzo dei tassi si sta accentuando e zavorra i bilanci. Gli indicatori sono al ribasso, anche riguardo la domanda; il turismo, esaurito il rimbalzo, potrebbe spingere meno in inverno, come già le costruzioni in estate.
documento che espone i motivi
La crescita non trova il modo di ripartire. Solo i beni strumentali hanno resistito, ma tutti gli altri settori no. Il clima è rimasto incerto anche in Europa. I problemi principali presi in esame sono i prezzi dell’energia e il rialzo dei tassi.
Rialzo dei tassi di 50 punti base della Bce, con tasso di interesse giunto al 2,50%, ha portato a rate più alte dei mutui. Si prevede una riduzione di bilancio da marzo 2023. Ciò significa che la banca centrale ridurrà gli acquisti di obbligazioni, finora salvatrici del debito italiano. Nervosismo in Italia: spread alle stelle e Btp decennale con rendimento oltre il 4,0%. Insomma, l’Italia rischia così una stagnazione.