Il colosso cinese Xiaomi ha annunciato che licenzierà circa il 10% della sua forza lavoro. L’azienda ha definito gli esuberi un «processo di ottimizzazione della struttura aziendale». Secondo il quotidiano South China Morning Post, la decisione sarebbe stata presa a causa del calo delle vendite della divisione smartphone e il conseguente crollo dei profitti.

Xiaomi ha oltre 35.000 dipendenti, di cui 32.000 operativi in Cina. Il grosso dei licenziamenti dovrebbe coinvolgere i dipendenti entrati più recentemente in azienda e in particolare quelli assunti a dicembre dell’anno scorso.

La notizia arriva a distanza di pochi giorni dalla presentazione degli nuovi Xiaomi 13. Durante il terzo trimestre del 2022 il numero di smartphone spediti in tutto il mondo è sceso del 9% su base annua, a 297,8 milioni di unità. In Cina il dato è ancora più basso: -11% su base annua, per un totale di 70 milioni di unità spedite. Sarebbe almeno in parte colpa dei frequenti lockdown imposti dalla politica fallimentare ‘zero covid’.

Xiaomi è il quinto brand cinese per numero di vendite e durante il terzo trimestre del 2022 ha visto i suoi ricavi scendere del 9,7% su base annua (70.47 miliardi di yuan, circa 10 miliardi di euro), mentre i profitti sono crollati del 59,1%.

I licenziamenti dovrebbero coinvolgere oltre 3mila dipendenti e parte degli esuberi dovrebbero colpire anche gli uffici internazionali di Xiaomi.