Lo studio del dottor Kevin Healy dell’Università di Galway (Irlanda), è il più grande del suo genere fino ad oggi, ed ha analizzato la velocità con cui oltre 100 animali percepiscono la percezione temporale. I ricercatori hanno scoperto che gli animali con uno stile di vita “frenetico” hanno sistemi visivi in grado di rilevare i cambiamenti a ritmi più elevati. Insetti come i mosconi (Calliphoridae) e le libellule sono in grado di rilevare i cambiamenti con una visione in grado di gestire 300hz (quindi, 300 cambiamenti al secondo), significativamente più veloce degli esseri umani che possono vedere a 65hz. Tra i vertebrati, gli occhi più veloci appartengono agli uccelli Balia nera (Ficedula hypoleuca), che possono vedere a 146hz. I salmoni hanno raggiunto i 96 Hz e i cani i 75 Hz. Gli occhi più lenti appartengono alle stelle marine corona di spine, con una frequenza di 0,7 Hz.
“Avere una visione veloce aiuta una specie a percepire i rapidi cambiamenti dell’ambiente. Una percezione così dettagliata dei cambiamenti è molto utile se ci si muove rapidamente o se si deve individuare la traiettoria di una preda in movimento”. Ha spiegato il dottor Kevin Healy. “Esaminando un’ampia gamma di animali, dalle libellule alle stelle marine, i nostri risultati dimostrano che la percezione del tempo di una specie è legata alla velocità con cui il suo ambiente può cambiare. Questo può aiutare la nostra comprensione delle interazioni tra predatori e prede o anche come aspetti, quali l’inquinamento luminoso, possano influenzare alcune specie più di altre”.
Un risultato inaspettato della ricerca è che molti predatori terrestri hanno una percezione del tempo relativamente lenta rispetto ai predatori acquatici. Il dottor Kevin Healy ha dichiarato: “Pensiamo che questa differenza possa essere dovuta al fatto che negli ambienti acquatici i predatori possono aggiustare continuamente la loro posizione quando si lanciano verso la preda, mentre negli ambienti terrestri i predatori che si lanciano verso la preda, come un ragno saltatore, non sono in grado di fare aggiustamenti una volta lanciati”. Non tutti gli animali hanno una percezione temporale rapida, perché è energeticamente costosa e limitata dalla velocità di ricarica dei neuroni collegati alle cellule retiniche dell’occhio. Gli animali che non hanno bisogno di una visione rapida utilizzano questa energia per altre esigenze, come la crescita o la riproduzione. La percezione del tempo varia anche all’interno delle specie, compresi gli esseri umani: alcuni studi suggeriscono che nel calcio i portieri vedono i cambiamenti a una velocità maggiore e che il caffè può temporaneamente aumentarla di poco.
L’analisi di questa ricerca ha utilizzato i dati raccolti da numerosi studi che hanno misurato la percezione del tempo utilizzando esperimenti di luce intermittente. Ogni esperimento prevedeva lo sfarfallio di una luce e la registrazione della velocità con cui il nervo ottico inviava le informazioni, utilizzando speciali dispositivi chiamati elettroretinogrammi (il corrispondente dell’elettrocardiografo che viene usato per elettrocardiogramma del cuore), che a loro volta misuravano la velocità con cui un animale era in grado di rilevare il lampeggiare della luce. Questo valore è noto come frequenza critica di fusione del flicker.
Il dottor Kevin Healy presenterà il lavoro alla riunione annuale della British Ecological Society e per questo è ancora inedito.
- https://phys.org/partners/british-ecological-society/