I tumori sono entità complesse composte da molti tipi di cellule, tra cui cellule tumorali e cellule normali. Tuttavia, anche all’interno di un singolo tumore è presente una gamma ulteriormente diversificata di cellule cancerose, e questo è uno dei motivi per cui le terapie standard falliscono. Quando un tumore viene trattato con farmaci antitumorali, le cellule cancerose sensibili al farmaco muoiono, il tumore si riduce e la terapia sembra avere successo. Ma in realtà, un piccolo numero di cellule tumorali nel tumore può essere in grado di sopravvivere al trattamento e ricrescere, spesso in modo più persistente, causando una ricaduta.
In uno studio pubblicato su eLife, gli scienziati del laboratorio IMAXT del professor Greg Hannon presso il Cancer Research UK del Cambridge Institute, hanno sviluppato una nuova tecnica per identificare i diversi tipi di cellule in un tumore. Il loro metodo, sviluppato sui topi, permette di seguire le cellule durante il trattamento, vedendo quali muoiono e quali sopravvivono. La dottoressa Kirsty Sawicka del Cancer Research UK Cambridge Institute ha dichiarato: “I tumori sono incredibilmente complessi, costituiti da molti tipi diversi di cellule tumorali che hanno acquisito mutazioni genetiche nel corso della loro evoluzione e replicazione – e alcune di queste cellule sono in grado di eludere i trattamenti oncologici standard. Finora non è stato possibile capire quali siano queste cellule e cosa le renda speciali, ma la nostra tecnica ci permette di farlo”. Per l’identificazione e classificazione dei diversi tipi di cellule cancerogene, il team le ha infettate con dei virus usati come fossero dei “codice a barre” genetici unici. Da queste cellule hanno poi generato dei tumori nei topi e li hanno trattati con gli stessi farmaci usati per trattare le pazienti con cancro al seno. “Scansionando” i codici a barre con le tecnologie di sequenziamento di singole cellule, sviluppate di recente, sono stati in grado di identificare i diversi tipi di cellule tumorali, il loro numero e le loro caratteristiche, e quali tra queste non venivano uccise dai trattamenti standard.
L’équipe ha notato che le cellule che eludono la chemioterapia sono quelle che fanno maggiore affidamento sull’asparagina, un aminoacido che le cellule utilizzano per proteggersi dai danni. Somministrando la L-asparaginasi – un farmaco attualmente utilizzato per trattare i pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta, che scompone l’asparagina – è stato possibile colpire e uccidere in modo specifico queste cellule tumorali. Il dottor Ian Cannell del Cancer Research UK Cambridge Institute ha dichiarato: “Offrire una sorta di ‘terapia combinata’ che aggiunga l’asparaginasi al trattamento standard potrebbe essere un modo per ridurre ulteriormente i tumori nelle pazienti affette da cancro al seno e ridurre il loro rischio di ricaduta”.
“Sebbene sia provato che queste cellule tumorali evasive aumentano nelle pazienti dopo la chemioterapia, finora abbiamo dimostrato di poterle colpire solo nei topi, quindi c’è ancora molta strada da fare prima di arrivare a un trattamento per le pazienti. Prima di poterlo fare, dobbiamo trovare il modo migliore di somministrare i farmaci: somministrare i farmaci insieme, per esempio, o offrire il trattamento standard e poi l’asparaginasi”.