Storytelling: nuova sfida per coinvolgere i clienti indifferenti

Pantone

Scelto il colore dell’anno 2023, è quello più antico della terra, ovvero, il Pantone 1775 C. Un rosa brillante dei fossili molecolari della clorofilla prodotti da antichi organismi fotosintetici. Un colore che è stato trovato sulla terra prima che venisse abitata, prima che venisse alterata dai cambiamenti climatici per mano dell’uomo. 

Il nuovo colore della biodiversità è stato lanciato con l’azienda produttrice di tè Tea Leaves. L’idea è sensibilizzare le persone partendo da un colore. Partita quindi la campagna promossa da Pantone e Tea Leaves a sostegno di Pantone Color of Biodiversity. L’iniziativa vede artisti, designer, ricercatori con buone pratiche di sostenibilità. 

Ecco che lo storytelling di un’azienda va reso semplice e oltre agli slogan e alle campagne di marketing, la tracciabilità è essenziale. Le migliori performance sono legate ad automotive (44,7%), grande distribuzione (42,9%) e tecnologia (42,6%). Oggi il 73% delle persone crede che sia tutto legato e interconnesso e l’attenzione si sposta sul chi e non più sul perché. 

 

C’è necessità di uno storytelling più semplice da comprendere. Le scelte intraprese a livello internazionale e locale sono oggi considerate allo stesso livello dagli italiani, che rivelano per la prima volta e in modo così accentuato una coscienza planetaria che vive nelle scelte fatte in prossimità. Le paure consapevoli delle persone, una maggiore polarizzazione delle aspettative dei consumatori unitamente all’autenticità e al coraggio dei brand guideranno le conversazioni. In questo contesto, il passaggio dal perché una marca esiste al chi è, permette uno storytelling su valori, impegni, azioni. In ogni caso, spiegare e raccontare in modo efficace scelte aziendali implica l’ascolto continuativo e integrato delle teste e dei cuori dei pubblici di riferimento.

Massimo Moriconi, Ad di Omnicom Pr Group

 

 

Per conquistare testa e cuore del consumatore bisogna vincere la battaglia dell’indifferenza. Oggi la platea di indifferenti va dal 30% al 40%, oltre agli haters che si attestano tra il 10% e il 20%.