Microsoft ha deciso di vietare il mining di criptovalute utilizzando i suoi servizi in Cloud. Il cambio delle policy è arrivato a sorpresa e non è stato anticipato da un annuncio ufficiale. A dare la notizia è il sito The Register, che cita le condizioni e i termini di servizio di Azure (gli stessi servizi in cloud alla base di un recente accordo tra Microsoft e la Borsa di Londra).

In particolare, ci interessa la sezione che definisce quelli che Microsoft chiama “Criteri di utilizzo accettabili”. Riassumiamo all’essenziale: vietate usare i servizi di cloud per estrarre criptovalute di qualsiasi tipo, a meno che non venga fatto sotto esplicita autorizzazione scritta di Microsoft.

Quindi Microsoft deciderà di volta in volta? Non proprio, perché stando alle successive dichiarazioni di Microsoft sembra che l’autorizzazione verrà concessa esclusivamente ai progetti di ricerca nel campo degli studi sulle criptovalute e sulla sicurezza.

Satya Nadella, N.1 di Microsoft, ha poi spiegato a The Register che la decisione non è stata presa per un pregiudizio dell’azienda nei confronti della tecnologia blockchain o delle criptovalute. Le ragioni del divieto sono piuttosto pragmatiche: usare il cloud di Azure per il mining di criptovalute rischia di mettere sotto eccessivo stress le infrastrutture di Microsoft, con il rischio di causare rallentamenti o interruzioni del servizio agli altri utenti. “Abbiamo preso questa decisione per potenziare ulteriormente la sicurezza dei nostri clienti”, ha quindi aggiunto Nadella.

La decisione deve stupire fino ad un certo punto: Google, Amazon Web e Oracle hanno da tempo bandito il mining di criptovalute dai rispettivi servizi di cloud. Quello di Microsoft era l’unico grande fornitore di servizi in cloud ad aver lasciato le criptovalute in una zona grigia delle sue policy.