La tartaruga Jonathan ha appena festeggiato il suo 190° compleanno

La tartaruga gigante Jonathan è diventata l’animale terrestre più antico della storia umana, ricevendo il riconoscimento dal Guinness World Records dopo aver spento ben 190 candeline.

Pensate che questa creatura è nata nel 1832 e vi sono documenti fotografici che lo accertano. Come riporta il ‘Guardian’, il compleanno di Jonathan è stato dichiarato con questa data 4 dicembre 1832 dal governatore del territorio britannico d’oltremare Nigel Phillips. Inoltre, per questo incredibile traguardo è stata organizzata a casa del governatore una festa di tre giorni, precisamente sull’isola di Sant’Elena nell’Oceano Atlantico meridionale. Jonathan è una tartaruga gigante delle Seychelles (Aldabrachelys gigantea hololissa) e il suo titolo ufficiale di record è il più antico cheloniano, ossia un ordine di rettili sgusciati che include tutte le tartarughe e testuggini. A causa della mancanza di documenti ufficiali su cui lavorare, la longeva età della tartaruga è basata su una vecchia fotografia che mostra quando approdò a Sant’Elena dalle Seychelles nel 1882.

Nella foto, Jonathan pare essere del tutto maturo e quindi probabilmente avrebbe avuto circa 50 anni, considerato che è nato nel 1832.

La foto del 1886. Credit: Isola di Sant’Elena

Malgrado la tartaruga avesse 190 anni e pare portarseli meglio di qualunque altro animale sulla Terra, purtroppo il tempo sta iniziando a farsi sentire anche per Jonathan, infatti, si dice sia cieco e privo di senso dell’olfatto, ma ha ancora un buon appetito e tra le sue pietanze preferite ci sono banane e cuori di lattuga.

Ovviamente la tartaruga Jonathan è monitorata costantemente da un team di veterinari. È cieco e ha perso il senso dell’olfatto, ma il suo udito sembra funzionare alla perfezione.

Il suo udito è eccellente e ama la compagnia degli umani e risponde bene alla voce del suo veterinario Joe Hollins perché la associa a un momento festoso, scrivono i giudici dei Guinness World Records. Jonathan attualmente si trova presso la Plantation House, la residenza ufficiale del governatore di Sant’Elena, e condivide i suoi immensi spazi con altre tre tartarughe: David, Emma e Fred. Ovviamente è inutile dire che sia lui la star indiscussa, difatti Jonathan compare persino in una moneta da 5 pence. Ma questa longevità è una dote rara o piuttosto frequente in questi particolari e affascinanti animali? Andiamolo a scoprire.

La longevità delle tartarughe

La tartaruga è, senza ombre di dubbio, uno degli animali più longevi sul Pianeta Terra. Che dipenda dalle dimensioni dell’esemplare, dalle condizioni dell’ambiente in cui si trova o dell’alimentazione, c’è da dire che di norma questi animali riescono a vivere piuttosto a lungo, anche rispetto ad altre specie e agli esseri umani in genere.

Quindi sia tartarughe che testuggini hanno un’aspettativa di vita molto elevata, arrivando in molti casi a diventare addirittura centenarie (non è assolutamente raro che superino i cento anni). Che sia domestica o selvatica poco importa difatti solitamente questi animali, che siano di terra o d’acqua, vivono in media dai trenta ai cento o centocinquant’anni:

  • Le piccole tartarughe di terra hanno un’aspettativa di vita in media di 30/40 anni
  • Le tartarughe marine vivono più o meno intorno agli 80 anni
  • Le tartarughe giganti tendono a superare i 100 anni di vita

Misurare con precisione questi dati però, ad oggi risulta ancora complicato, vista l’impossibilità di risalire a date precise degli esemplari ormai già molto vecchi.

Tuttavia la risposta a questa domanda, al grande elisir di giovinezza di questo antico animale, è tutta nel proprio DNA.

Ma ovviamente anche le condizioni di vita tendono ad essere molto influenti. Avere ampi spazi di vegetazione a disposizione, ricreandoli dove è necessario anche in casa, un apporto costante di acqua fresca e pulita, di cibi adatti all’ alimentazione e il metabolismo lento e tranquillo che caratterizza questi animali, fanno sicuramente la loro parte.

Come capire l’età di una tartaruga? 
Il sistema per calcolare l’età di una tartaruga ricorda molto quello per calcolare l’età dell’albero: sopra ogni scuto (nome scientifico per le squame da cui è composto il loro guscio) si aggiungono ogni anno delle linee note come scalanature di crescita. È necessario qualche piccolo calcolo, tuttavia. Per capirne qualcosa in più e stabilire un’età quanto più precisa possibile, è consigliabile seguire qualche indicazione.

Solitamente predilette come animale domestico, le tartarughe di terra possono vivere molto a lungo e, proprio come quelle d’acqua, hanno bisogno di attenzione e cure costanti da parte del padrone per riuscire a tenergli compagnia anche per tutta la vita. Anche se sono dei rettili, e apparentemente degli animali “schivi”, le tartarughe ormai sono abituate alla presenza umana e quindi ne traggono sicuramente dei benefici. Per quanto riguarda la loro storia, le tartarughe erano già presenti sul pianeta 250 milioni di anni fa e da allora non hanno subito grandi cambiamenti: il guscio(scudo, o carapace) è fatto di piccole piastre ossee, saldato a colonna vertebrale, costole, ossa della spalle e a quelle del bacino. Le testuggini infatti sono i più antichi rettili viventi, più dei dinosauri fossili.

Sono detti infatti «fossili viventi».

Seppure le tartarughe si somigliano quasi tutte, secondo le ultime ricerche si sono riuscite a catalogare oltre 250 specie, che e vivono in molte parti del mondo, soprattutto tropicali e subtropicali. La lunghezza varia dai pochi centimetri ai quasi tre metri; le più grandi pesano anche 750 chili. Esistono circa 40 specie di tartarughe terrestri (dette testuggini), come la Testudo Porteri, gigantesca tartaruga delle isole Galapagos, la più comune T. Graeca o testuggine europea e la T. Hermanni, molto diffusa anche in Italia. Per concludere il discorso sulla longevità di questi particolari animali, ricordiamo che uno dei punti fondamentali per questi animali è rappresentato dal metabolismo. Il l fisiologo Max Rubner nel 1908 introdusse la “teoria della velocità della vita” (rate of living theory) con la quale sosteneva che più il metabolismo di un essere vivente è veloce, più è corta la sua vita.

Recenti studi condotti dal Centro Nacional de Investigaciones Oncológicas (CNIO) hanno dimostrato che sono invece i telomeri a giocare un importante ruolo nell’invecchiamento. I telomeri sono le terminazioni dei cromosomi e svolgono un importante ruolo durante la replicazione del DNA: si “consumano” un po’ col passare del tempo, fino a diventare troppo corti per assolvere alla loro funzione, ovvero proteggere le cellule e garantirne il corretto funzionamento.

Le cellule di alcune tartarughe si mantengono sempre “giovani” e pienamente funzionali (fenomeno descritto come “senescenza trascurabile”).

I loro organi interni rimangono perfettamente efficienti anche con il passare degli anni. La deduzione finale rispetto a questi studi è quasi ovvia: tutto ciò è possibile se le condizioni di vita sono buone, se ne hai cura e, per le razze che lo prevedono, se il letargo è stato fatto ed è andato a buon fine. Saltare il letargo ad esempio implica una serie di problemi, come l’eccesso di crescita da cui derivano “cattivo sviluppo della struttura ossea e serissimi problemi agli organi interni quali fegato e reni”, fattori che possono avere ripercussioni anche in età adulta.

Detto ciò siamo grati ad animali come Jonathan che ci fanno scoprire cose sempre più senzionale del nostro Pianeta Terra.

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