Le microfibre prodotte dall’inquinamento da plastica, dall’industria tessile e dall’attività di pesca si sono gradualmente accumulate nei mari e negli oceani, ma i loro effetti sulla salute restano poco conosciuti. Ora i ricercatori hanno dimostrato che queste fibre possono diventare un serbatoio di agenti patogeni, con quasi 200 specie di batteri che si sono impossessati dei filamenti sintetici e naturali. L’inquinamento da microfibre è diffuso nelle acque superficiali costiere di tutti i bacini oceanici. Che si tratti di polimeri sintetici o naturali, queste particelle possono diventare un problema di inquinamento emergente perché gli organismi sono esposti a questa miscela su base giornaliera. Maria Luiza Pedrotti della Sorbonne Université ha voluto studiare la composizione batterica delle microfibre galleggianti nel Mar Mediterraneo. Questo mare, pur rappresentando lo 0,8% delle acque marine mondiali, è responsabile di circa il 7% dell’inquinamento da microplastiche a livello globale.

I ricercatori hanno raccolto campioni dalla superficie del mare a bordo della nave da ricerca “The Alchemy”, un veliero che naviga nel Mediterraneo nord-occidentale. I campioni sono stati poi analizzati nel Laboratorio di Oceanografia di Villefranche-sur-mer dell’Università della Sorbona. I ricercatori hanno combinato l’analisi molecolare e la microscopia elettronica a scansione (SEM) per analizzare i campioni.

“Abbiamo descritto circa 200 specie di batteri attaccati alle microfibre galleggianti nel Mar Mediterraneo, comprese le fibre sintetiche, e tra queste specie abbiamo trovato alcuni potenziali patogeni per l’uomo e per gli animali, come il Vibrio parahaemolyticus (un batterio legato alle malattie dello stomaco)”, ha dichiarato Pedrotti a ZME. “Abbiamo osservato una concentrazione media di 2663 batteri/fibra”.

Questo è il primo studio che riporta la presenza di Vibrio parahaemolyticus su microfibre nel Mar Mediterraneo. L’identificazione di questi colonizzatori di microfibre offre una visione preziosa per valutare i rischi per la salute, poiché la loro presenza può essere una minaccia per il consumo di frutti di mare, hanno detto i ricercatori. Sulla base dei risultati della diversità dei batteri che vivono sulle microplastiche, i ricercatori sperano di approfondire altri tipi di analisi per studiare come questi batteri esprimano la loro patogenicità e come questa sia influenzata dalle condizioni ambientali dei mari, in particolare dalla temperatura. Il Mediterraneo si sta riscaldando più velocemente rispetto ad altre regioni oceaniche del mondo, spiegano i ricercatori: “Il Mediterraneo è sottoposto a una costante pressione antropica per quanto riguarda l’inquinamento e le conseguenze dei cambiamenti climatici, con un riscaldamento delle acque più rapido rispetto al resto dell’oceano, soprattutto durante i mesi estivi”, scrivono nel documento. “Queste condizioni mutevoli possono portare a cambiamenti nella struttura delle comunità microbiche marine”.

 

  • Vibrio spp and other potential pathogenic bacteria associated to microfibers in the North-Western Mediterranean Sea. (